Archivio per novembre, 2013
Tratto dal racconto disponibile su: http://www.guidomazzolini.wix.com/page
Confessioni di un pudico
Pubblicato: novembre 6, 2013 in UncategorizedTag:Guido, Mazzolini, scrittura
Perfetto; se ti va parliamone pure, senza remore e senza problemi. Tanto lo sappiamo tutti e due, siamo entrambi ben consci e consapevoli dell’andazzo generale, di quel calar selvaggio di calzoni attillati e risicate minigonne per osannare a cani e porci i propri genitali. Increscioso, vero? È terribile il delirio di inguini rosa e perfettamente depilati, li vedi in televisione, al cinema e nelle scuole. Tette e culi a profusione in ogni dove, senza alcuna pietà e ritegno. Tutti ne parlano e senza vergogna, solo le mignotte e certi preti non ne hanno voglia, girano attorno all’argomento come un avvoltoio sulla carcassa.
Intendiamoci, io accetto la mia sessualità pudica. Ho capito da sempre quanto questo pezzo di carne scura apparentemente inutile che penzola tra le gambe, possa generare un’infinita serie di problemi e ambizioni, perciò ho preso coscienza dell’immane peso inguinale che grava nella nostra testa. Solo i romantici inguaribili come me sono incapaci di separare il simbolismo etereo dall’eros carnale. Io personalmente detesto il corpo nudo, i peli, gli umori e il promiscuo. Le hai mai viste? Chi? Le donne, ovviamente. Portano a spasso la loro vagina come fosse il centro dell’universo. Parlano e respirano con quella, pensano anche con quella e tutto ciò che toccano diventa inesorabilmente il proseguire disdicevole del loro sesso umido. Possiedono due bocche e una già sarebbe di troppo e ti guardano sprezzanti come a dire “Io ce l’ho e tu no”. Che arroganza, che incredibile arroganza.
Ecco perché siamo così turbati e timidi. La nostra paura è straordinariamente genitale, è la famosa invidia per ciò che non si ha e si agogna. Loro, le donne, sono profumate, angeliche e chimiche. Sparano invisibili ferormoni come se piovesse e producono uno o due ovuli mensili, altro che noi con il nostro aspetto macilento e l’esercito inesorabile di spermatozoi kamikaze destinati ad annientarsi. E poi fumano tutte, ridono sguaiate e vanno sempre di fretta. Le più pratiche utilizzano instancabili falli artificiali, sicuri e anche più affidabili e igienici. Si sono evolute, hanno perso i peli che invece ci perseguitano ancora. Frenetiche ricercatrici del punto G, si frugano convinte di averlo trovato da prima che lo scoprissero.
Oggi ho cercato la parola “orgasmo” sul vocabolario. Sbalorditivo. Sono rimasto così perplesso. Come possono le donne dare tanto pathos a uno spasmo pelvico di qualche misero secondo? Una volta non sapevano nemmeno cosa fosse questo fantomatico orgasmo e sopravvivevano benissimo, senza idee strane in testa. Perché è diventato così importante, così di moda come l’ipod, la nudità e le chiappe al vento? Non senti com’è sgraziato il termine stesso? Ha lo stesso incipit di orco, orso, ordalia e orpello, tutte parole evocatrici e antipatiche. Ho sentito donne emancipate e menzognere vaneggiare addirittura di orgasmi multipli, un’orgia di contrazioni e gemiti senza fine. Sono quelle femmine, primordiali e insaziabili, che potrebbero ridurre all’impotenza permanente tutti i maschi del sistema solare in mezza giornata. Loro ragionano in centimetri e circonferenze, parlano di dimensioni e durate sovrumane, di peni enormi e instancabili, dotati di vita propria. Donne indecenti. Indecenti e imprudenti.
Io non lo sono affatto. Io cerco una sola compagna e prima o poi succederà.
Sai, dicono che gli essere umani furono creati totalmente senza sesso. Un unico essere completo, maschio e femmina in un corpo solo, come certi organismi ermafroditi dei documentari. Furono gli dei invidiosi a dividerci e da allora ognuno è alla ricerca della propria metà, della parte perduta. Una sola per ognuno di noi. Io la mia non la immagino affatto. Non voglio. Potrebbe essere alta e bionda o bassa e scura; vecchia, giovane, grassa o magra. Non è importante. L’esterno non conta e neppure il cervello. Basta che mi voglia bene. Che mi voglia per sempre.