Archivio per marzo, 2014
l’alba
Pubblicato: marzo 31, 2014 in UncategorizedTag:Guido, incontro, Mazzolini, scrittori, scrittura
il giardino (“Suoni”- Ed. Progetto Cultura)
Pubblicato: marzo 23, 2014 in UncategorizedTag:Guido, Mazzolini, poesie, scrittori, scrittura, Suoni
Amami senza ritegno
Pubblicato: marzo 21, 2014 in UncategorizedTag:amami, giancarlo cattaneo, Guido, Mazzolini, parole note, radio capital
La poesia “Amami” di Guido Mazzolini letta da Giancarlo Cattaneo per il programma radiofonico di Parole Note in onda su Radio Capital.
la bocca
Pubblicato: marzo 15, 2014 in UncategorizedTag:Guido, Mazzolini, poesie, scrittori, scrittura
Desti il mio stare disteso
stoppa che rintoppa un foro
quieto, alloro arreso
sulla nuca scivola
frugano dita nel centro
bianca spalanca nel viso
gola che ingoia la gioia
finché piacere rintocca
tu che disveli un sorriso
mentre s’allarga la bocca.
Parlare d’amore
Pubblicato: marzo 9, 2014 in UncategorizedTag:Guido, libri, Mazzolini, passo del gambero, scrittori, scrittura
Sarai libero, inutilmente libero. Vanamente solo.
Non soffrirai particolarmente. All’inizio avrai solo un leggero malessere come un ronzio nelle orecchie, una botta sorda di tristezza bastarda nel cuore. Dovrai lavorarci un po’ perché non sarà facile eliminare tutto e cancellare ogni cosa o forse dovrai solo imparare a trattenere gelosamente i ricordi, a diventarne il custode per poterli tirare fuori nei momenti peggiori di tristezza. Dovrai lesinare gli istanti più dolci, quelli che ti aiuteranno a tirare avanti quando tutto diventerà più duro, quando sarà difficile andare a dormire in un letto vuoto.
Non provasti nemmeno a chiederglielo. Neanche un tentativo, un piccolo gesto di resa. Dentro avevi l’inferno, una melma di tristezza che sentivi salire ogni secondo di più. Avresti potuto invocare clemenza e invece sei rimasto così, con l’espressione attonita del condannato a morte che guardandosi dentro non riesce a sentirsi completamente innocente.
Lei ti osservava aspettando una reazione da parte tua, un segnale di paura, di contrizione e dolore. Invece no.
Quando una malattia è allo stadio terminale puoi continuare a curarla, imbottirti di medicine e sperare nel grande miracolo, illudendoti di guarire. Oppure capitoli, alzi le mani e ti consegni alla sorte, tiri i remi in barca e lasci che tutto vada come deve andare, stanco di buttare benzina sulla fiamma morente di una candela.
Maledetta sfortuna degli uomini, la sfortuna di non essere pronti e di essere così differenti. Oggi il cielo si è tinto di un azzurro che pare irreale. Pensi che pochi minuti prima ti avrebbe ricordato il colore dei suoi occhi, da oggi invece quello sarà per sempre il colore del nulla, del disinganno e del più nero abbandono.
Amore che uccide e dilania, amore che redime e dona la vita.
Amore che a volte ci serve soltanto per parlare d’amore.
(Il passo del gambero)
SIAMO LE CUSTODI DELLA BELLEZZA E DELLA PAZIENZA
SEMPRE IN MUTAMENTO
PER CIO’ CHE SIAMO, PER QUELLO CHE SAREMO
AUGURI DONNE
OGNI ISTANTE DELLA VITA.
Simile a te
Pubblicato: marzo 5, 2014 in UncategorizedTag:Guido, Mazzolini, poesie, scrittori, scrittura
Simile a te venni raccolto
al margine di sentieri polverosi
mentre gemevo preghiere
mordendo di rabbia
la bocca impastata di polvere
le braccia graffiate dai rovi
esiliato da un mondo perfetto
detestato da un volto d’amore.
Simile a te più nessuno ascoltò
cantare di terre lontane
tessere rime o feroci illusioni
mentre innalzavo le mura del sempre
e lontano non scorgevo il sole,
perciò mi tolsero il respiro
le lacrime buone, il rosso sorriso,
mi spogliarono di tutto
lasciandomi solo un avanzo di cielo
per poter contemplare la colpa.
Simile a te ho combattuto sanguinarie battaglie
credendo in me stesso, nelle mie cieche forze
ho indossato lucenti armature
ho nascosto il mio corpo ferito cercando l’Eterno
il Verbo che fu innanzi a tutto
la prima causa e l’ultimo fine
e ho costruito a mia immagine
un povero dio desolato e sconfitto.
Simile a te ho succhiato il veleno del mondo
mischiandomi addosso l’amore pagato e il più puro pensiero
ho bevuto il tuo tiepido sangue
e mi sono macchiato le labbra
ho vissuto l’inverno agognando l’estate
perché simile a te sono uomo di scienza e coscienza
di spietata, maldicente esperienza.
(“Suoni” – Edizione Progetto Cultura)