La passione divora attimi che nemmeno immagini. Ti accanisci, fremi per raggiungere quel brivido di pochi istanti, e lo fai con grande furore e un senso strisciante di angoscia. Così. Rimani disteso e sfinito, appallottolato come un foglio di carta, un appunto che non serve più. Ti attraversa un pensiero come un sospetto: che quell’attimo di gioia, in fondo, sia davvero simile alla morte.
Archivio per ottobre, 2014
Eros e Thanatos
Pubblicato: ottobre 30, 2014 in frasi, poesia, scrittori, scrittura, UncategorizedTag:Guido Mazzolini
Il giardino
Pubblicato: ottobre 29, 2014 in frasi, poesia, scrittori, scrittura, UncategorizedTag:Guido Mazzolini
Attraversa il giardino a passo di danza e cogli i fiori più belli, quelli che hanno il profumo soave del nulla.
Siamo scintille nel buio, siamo eterni e sfuggenti.
Femmine contro maschi?
Pubblicato: ottobre 28, 2014 in frasi, racconti, scrittori, scrittura, UncategorizedTag:Guido Mazzolini
Femminile e maschile, la lotta è ardua. Eppure, solo armonizzando questi due opposti riusciamo a ottenere la pace. La natura, si sa, è fatta di contrapposizioni. Al giorno corrisponde la notte, al caldo il freddo. La differenza tra uomo e donna non è soltanto fisica, ma trascende e sconfina in universi così contrari da renderne difficile l’unione. Eppure è solo attraverso la convivenza degli opposti che si raggiunge la serenità consapevole.
Oggi si parla sempre più di accettazione, di presa di coscienza, di “outing”, ma nessuno parla più di “cammino”, di scoperta, di percorso personale. Il percorso verso la conoscenza di sé e delle molteplici sfaccettature che compongono l’essere umano. L’armonizzazione di “psiche” e “soma” non avviene modificandone una in nome dell’altra. La trasformazione del corpo per farlo coincidere all’idea di sé stessi non permette di andare fino in fondo, indagando il proprio essere. Risolve apparentemente un disagio che è molto più profondo e insito nell’individuo. Il caos contenuto in certe esistenze sconquassate è causato dal tentativo di trasformarsi in ciò che non si è per creare una fasulla chimera, dimenticando la scoperta dell’anima. E quella non ha mai avuto sesso.
Libertà
Pubblicato: ottobre 24, 2014 in frasi, scrittori, scrittura, UncategorizedTag:Guido Mazzolini
In nome della libertà sognata, voluta, compresa e afferrata, assistiamo all’omologazione spietata del “pensiero unico”, che porta l’individuo e esistere perché desidera.
“Sono, in quanto voglio”. Ecco il disordine, ecco perché qualcosa stride. Si desiderano cose che soltanto qualche anno va venivano snobbate con repulsione. Il matrimonio per tutti, l’unione, la famiglia al di là della naturalità della specie. Cos’è cambiato? In nome del liberal-pensiero tutto è concesso, purché rientri nell’appiattimento dell’unitarietà culturale. Ecco che questa obbligatoria e imposta “normalità” ci massifica, imprigionandoci in gabbie sempre più strette. Il diritto del singolo prevarica le verità insita nell’ovvietà della vita. Ecco perché, in un mondo dove impera il “desidero quindi esisto”, conviene sempre più riflettere sul vero significato della libertà. Ecco perché libertà non significa fare ciò che si vuole, ma fare ciò che si deve.
Solo
innanzi a te
mare
risorgono
grida di anime
infrante
che lacerano il cuore.
Rinascono
schiere di uomini
infiniti volti
mutili sguardi.
Ho bisogno
solamente
di rare verità.
Un solo simbolo
ma eterno.
(L’Attimo e l’Essenza)
Non credere sia finita.
Non lo è mai.
Sorridi e apparecchia il cuore per la prossima domenica.
Ci sono cose che esplodono e vanno in pezzi, senza fare rumore.
Le stelle, ad esempio. E il cuore.
al momento giusto.
Pubblicato: ottobre 7, 2014 in frasi, libri, scrittori, scritturaTag:Guido Mazzolini
…«Mi sarebbe piaciuto incontrarti prima. Conoscerci tanti anni fa, quando avevamo quindici anni.»
Avresti dato un braccio perché fosse successo davvero. Per lei avresti cancellato in un istante tutto il tuo percorso e mandato indietro l’orologio del tempo. Per lei avresti cominciato daccapo, una nuova vita tutta da decidere, da sognare e da sbagliare.
Apre gli occhi e sbadiglia, sembra una gatta sazia e soddisfatta.
«Sarebbe stato bello, sì. Chissà com’eri. Magari non ti avrei visto, non mi sarei nemmeno accorta di te.»
«No? Allora mi sarei accorto io. Ti avrei guardato da lontano sdraiata sul lettino con indosso un costume intero da ragazzina di buona famiglia, i capelli corti e biondissimi, la pelle bagnata dall’acqua salata come migliaia di perle luminose su te. Mi sarei avvicinato con un pretesto, magari ti avrei chiesto da accendere.»
Ride piano, sotto i baffi da gatta.
«Da accendere? Fumavi già?»
«Sì. Sono precoce, lo sai.»
Ridi un poco anche tu e prosegui sulla china di quel sogno ad occhi aperti, ti lasci trasportare dal momento.
«Avresti risposto che non fumi e un po’ te la saresti tirata. Non mi avresti neanche degnato di uno sguardo. Io ti avrei detto non preoccuparti che prima o poi comincerai anche tu e ti saresti messa a ridere.»
«Se avessi cercato di abbordarmi così, ti avrei mandato a quel paese.»
Si siede tra le tue gambe, si accoccola e assomiglia sempre più a una gatta in cerca di affetto che si lascia accarezzare e fa le fusa mentre continui a sognare ad occhi aperti.
«Avrei chiesto come ti chiami poi, sarei andato al bar a prenderti un gelato. Fragola e cioccolato. L’avremmo mangiato insieme davanti al mare e a un tramonto da cartolina. Il mio si sarebbe squagliato sulla mano perché sarei stato tutto il tempo a guardarti, senza mai toglierti gli occhi di dosso.»
«Quando avevo quindici anni ero terribile, sai? Una ragazzina viziata. Molto viziata. I miei genitori mi concedevano tutto. Chiedevo, battevo i piedi e ottenevo.»
«Un po’ come adesso, no?»
Lo dici per prenderla in giro e sorride.
«No. Allora molto di più.»
Tu intanto pensi a una ragazzina baciata dai raggi del sole d’agosto, viziata e bellissima, ti sembra di vedere la sua pelle lievemente arrossata e i suoi capelli biondi. Vorresti averla potuto accarezzare allora, vorresti aver fatto parte della sua intera vita.
«Perché non ci siamo incontrati prima? Perché abbiamo aspettato così tanto?»
«Perché il destino la pensava diversamente e i suoi disegni non corrispondevano ai nostri. Niente succede per caso, sei entrato in me nell’istante esatto in cui dovevi entrarci. Né prima, né dopo.»
«Io non credo al destino. Preferisco il caso, meno affidabile ma più divertente.»
«Ti sbagli. Tu sei arrivato nel momento giusto, nell’attimo in cui avrei potuto aprire le braccia e accoglierti. Probabilmente prima le avrei tenute chiuse.»
Destino, caso, cieca predestinazione o accidentale occasione, che importa? Baci la gatta bionda sugli occhi e li richiude. Adesso lei c’è.
(Il passo del gambero)