A Voi tutti, amici,
tantissimi auguri per una anno di pace e felicità.
Paola & Elena
A Voi tutti, amici,
tantissimi auguri per una anno di pace e felicità.
Paola & Elena
Chiedo la mia notte
dove trovarmi ancora
più candido di oggi
più fanciullo di ieri
come acqua ferma
per riportarmi a riva.
È quasi troppo terso il cielo
lavato da un innaturale azzurro
che tutto sembra raggiungibile
persino la purezza più felice.
Cammino in me
nelle mie lande perdute
cercando solamente l’intuizione
una chiara linea infinita
congiunta al mistero
che non diventi sterile domanda
ma risposta luminosa
un secco risplendere d’astri
per essere eterno
come le pietre o la gaiezza.
(Suoni – Ed. progetto cultura)
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È il silenzio che permette alle parole di implodere. Entrano e scavano. Cerchiamo palliativi al dolore, ma spesso ci limitiamo a medicare malamente una ferita. Succede quando facciamo corrispondere altro, al bisogno d’amore che ci dilania. Tradiamo la nostra natura e gettiamo sale sulle ferite che restano aperte, permettendo l’ingresso al caos, al bisogno di vuoto e di nulla.
Come riparare l’anima lacerata? Non bastano psicanalisti, amici consenzienti, rimedi a basso costo. Non basta fingere di essere felici, accumulando illusioni su illusioni. C’è bisogno di tornare alla radice di ciò che siamo, al perché nasciamo, respiriamo, camminiamo, amiamo.
Accogliere la domanda è il primo passo per aprire la porta a risposte imprevedibili.
Guardando in faccia l’ennesimo omicidio, mi attraversa un pensiero. Quelle mani che hanno stretto una gola innocente, o impugnato un coltello, sono parte di me. Quegli occhi che hanno guardato una vita morire, hanno la stessa luce dei miei.
Il male abita in ognuno di noi, non serve a nulla negarlo. Anzi, chiudere gli occhi davanti a questa realtà ci lascia indifesi, facili prede dell’esternazione violenta di un malessere. Restiamo attoniti, alziamo le mani e ci stracciamo le vesti. Ma il male esiste e avvelena la vita dell’uomo, fin dalla sua origine.
Non serve pensare che sia un problema che riguarda gli altri. Nessuno è immune da questo cancro che solo la consapevolezza e la coscienza riescono a guardare in faccia, senza averne paura.
Viviamo ormai sotto la tirannia dei puro capriccio. Siamo ciò che desideriamo, nulla più. Al diavolo la coscienza, inutile peso. Al diavolo i princìpi vetusti, il vecchiume pregno di una moralità già sorpassata. Non esistono regole, tutto ciò che rientra nei miei desideri diviene legittimo imperativo.
Siamo stati bravi. Abbiamo addormentato abilmente la coscienza, quel campanello che ogni tanto trillava e attirava la nostra attenzione. Ci spingeva a riflettere, indicava una strada diversa dal solito “voglio, quindi posso”.
Cercando la libertà abbiamo trovato il caos. La biblica torre di Babele è diventata quanto mai attuale. Ognuno parla una lingua incomprensibile, perché la verità è relativa al soggetto che la esplica. Ecco allora che siamo pronti a difendere a spada tratta un bambino, ma solo dal primo attimo che esce dall’utero di sua madre.
Ecco che parliamo di diritto alla vita, ma anche di eutanasia, perché il desiderio di morire è anch’esso un capriccio realizzabile.
Siamo confusi, in balia di mode che nulla a che fare hanno con la Verità. Siamo piccole foglie, in balia di venti minacciosi e menzogneri
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