È il silenzio che permette alle parole di implodere. Entrano e scavano. Cerchiamo palliativi al dolore, ma spesso ci limitiamo a medicare malamente una ferita. Succede quando facciamo corrispondere altro, al bisogno d’amore che ci dilania. Tradiamo la nostra natura e gettiamo sale sulle ferite che restano aperte, permettendo l’ingresso al caos, al bisogno di vuoto e di nulla.
Come riparare l’anima lacerata? Non bastano psicanalisti, amici consenzienti, rimedi a basso costo. Non basta fingere di essere felici, accumulando illusioni su illusioni. C’è bisogno di tornare alla radice di ciò che siamo, al perché nasciamo, respiriamo, camminiamo, amiamo.
Accogliere la domanda è il primo passo per aprire la porta a risposte imprevedibili.
il silenzio
Pubblicato: dicembre 15, 2014 in frasi, lettori, libri, poesia, racconti, scrittori, scritturaTag:Guido Mazzolini
commenti
Solo cercando risposte attraverso domande da porsi, si cresce .Un abbraccio. Isabella
l’anima lacerata secondo me si ripara donandole ciò di cui ha bisogno, ciò che ne compone le radici, ciò che le nutre la struttura ciò che le alimenta l’energia… e tutto questo è unico e diverso per ogni essere vivente.. e solo la singola persona può sapere di che ha bisogno la sua…
L’anima lacerata puo’ essere aiutata da chi fa da contenitore a tutti i brandelli strappati, li conserva e li restituisce quando l’anima una volta placata e’ pronta a ripartire con slancio alla vita
giusto! Grazie del passaggio!