Dopo aver terminato la lettura di “La ragione degli alberi”, ci sentiamo di condividere le emozioni, le aspettative… insomma, tutto quello che ci ha colpito di questo romanzo. Brevemente la storia: Spirito, il protagonista, vive in montagna e fa lo scultore. Intaglia il legno ed è molto bravo. È un uomo molto chiuso che ama la solitudine e considera pericolosa ogni relazione. Il suo unico amico è Bicio, un chitarrista blues che gestisce l’unica locanda del paese. E questa è la prima storia. Infatti nella vicenda di Spirito si unisce quella di Clelia e Giada, due donne diverse che attraversano un periodo molto doloroso della vita. La prima veglia il marito Matteo, rimasto in coma dopo un incidente motociclistico,è ricoverato a Villa Paradiso, una struttura sanitaria che ospita le persone in coma. Giada invece è rimasta orfana molto giovane e combatte contro una depressione che sembra avvelenare la sua vita.
Quindi il romanzo è la somma di tre storie molte diverse. Fin dalle prime pagine ci siamo chieste come avrebbero potuto collimare queste tre vite, queste tre narrazioni differenti. In pratica, cosa avevano in comune? Ovviamente il finale ha reso possibile la coabitazione di queste storie e ha risposto esaurientemente alla nostra domanda. In questo libro niente è come sembra e tutto assume una dimensione sorprendente. Non possiamo dire di più della trama.
Il nostro parere di lettrici accanite, nonché estimatrici dell’autore è positivo. La narrazione di Guido Mazzolini corre veloce come sempre, alternando momenti di rara poesia a pagine più crude. Una cosa non ha convinto, l’uso di stili differenti che differenziano le atmosfere e le narrazioni delle storie. La collocazione temporale, infatti, (Spirito nel passato, Clelia e Giada nel presente) è più che sufficiente, per evitare di uniformare le storie. Ma questa è la nostra modestissima opinione che non si permette di scavalcare la scelta stilistica dell’autore.
La scrittura di Mazzolini è un’altalena. Spazia dal cielo alla terra, dalla crudezza alla tenerezza. È questa una caratteristica dell’autore, un marchio stilistico riscontrato anche ne “Il passo del gambero”. Il confine tra narrativa e poesia è spesso molto labile; l’uso di analogie e metafore ardite, la ricercatezza dei vocaboli, l’attenzione ai personaggi e ai dialoghi, rendono “La ragione degli alberi” un romanzo davvero notevole, che consigliamo a tutti.
Elena & Paola