Archivio per luglio, 2015

Mi ami e si scompone l’universo.

(Guido Mazzolini)

Mi chiedi cosa sia rivoluzione
e non ti accorgi di quei pugni chiusi
serrati come morse
dei denti stretti
della disperazione di un popolo che ha fame,
così tanto impegnato come sei
nel seminar democrazie perfette
dispensando pace a colpi precisi di mortaio
armato di coltelli e spade.

Mi chiedi cosa sia rivoluzione
e non ti accorgi dello sguardo vuoto
di un uomo che attraversa la tua strada,
non sarai mai il nero che barcolla scalzo
ubriaco e minaccioso,
la giovane ragazza
che vende a poco prezzo il suo sorriso
ombrato di dolore e rabbia,
il figlio di un deserto d’Africa
vestito d’ossa e mosche,
il barbaro straniero che invade la tua casa
rubando la tua aria
sporcando le tue strade.

Mi chiedi cosa sia rivoluzione
ad occhi chiusi e un ghigno di livore
ti segna netto il viso.
Destati, diventa terra arresa,
spalanca le finestre,
accogli l’uomo e non temere l’invasore
trema piuttosto per il tuo silenzio,
per la coscienza sorda
e la complicità di chi non vede
celando indifferenza velenosa,
trema perché sei tu quell’uomo
quegli occhi vuoti sono i tuoi
e ti appartiene quella pelle scura
la stessa umanità che tu deplori.

meno male

Pubblicato: luglio 24, 2015 in frasi, lettori, libri, poesia, racconti, scrittori, scrittura
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…e meno male che il cuore è sempre altrove.

(Guido Mazzolini)

Ancora una volta pensi il mio pensiero. Ma lo esprimi molto meglio di me. Grazie Guido.

“Maschio e femmina li creò…”. Questa affermazione biblica mi riporta ai tempi andati e al catechismo in oratorio. Erano tempi in cui queste semplici verità stavano alla base della cultura e l’individuo cresceva, radicandosi in questo terreno. Altri tempi, sì, non come quelli di oggi, dove una metaforica Torre di Babele, per restare ancora in campo biblico, s’innalza ogni giorno di più. E ognuno parla la propria lingua, e ognuno sbraita la propria verità. E il crollo è imminente, di questo possiamo esserne certi.

“Maschio e femmina li creò…”. Sono uomo, creato maschio. Genitalmente, sessualmente, mentalmente, coscientemente. Sono maschio nel mio modo di essere, di vestire, di pensare. Parlo da maschio, mangio da maschio, guido l’automobile da maschio. E come “uomo-maschio” ho bisogno di un “uomo-femmina” per capire davvero chi sono. Perché questa differenziazione iniziale, enunciata dalla Genesi, rappresenta un’insondabile verità e nasconde un grande mistero. Il mistero della diversità e della complementarietà. Siamo due, e abbiamo bisogno l’uno dell’altra per essere uomini davvero.

(Guido Mazzolini)

Stai

Pubblicato: luglio 15, 2015 in frasi, lettori, libri, poesia, scrittori, scrittura, Uncategorized
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Stai, appesa a un pensiero
tra le mani che frugano
nel sole che ubriaca cicale
e non ti accorgi e scivolo
e si piega un sorriso.
Inosservato.
Attendo un respiro, un tuo cenno
attendo di essere atteso.

(Guido Mazzolini)

Spirito pensò alle persone con le quali aveva condiviso l’esistenza. Vide Salvo e Maria darsi la mano e allontanarsi nel cerchio di un tramonto rosaceo. Passarono davanti ai suoi occhi come immagini senza consistenza, stelle cadenti che attraversano il buio del cielo e incrociano lo sguardo fino ad accecarlo, disegnando un graffio di luce prima di scomparire. Pensò che chiunque si fosse mescolato alla sua vita, presto o tardi se ne sarebbe andato lasciando cicatrici invisibili e dolorose. Capì che la solitudine celava un bisogno insoddisfatto che a volte avrebbe bussato alla porta del cuore, chiedendo a gran voce di entrare. Capì che il prezzo dell’autosufficienza era quella lieve sensazione di peso nel centro del petto, un malessere che a volte scompariva per poi presentarsi più forte di prima. Il privilegio della solitudine, invece, era una spessa corazza, gelida e asettica, scura e inaccessibile. Un’armatura per non soffrire, per non sentire quello strappo di corda troppo tesa, quello schiocco di frusta nel fondo del cuore.

Dispiace trasformare questo blog, nato inizialmente per riportare i pensieri di una persona a me molto cara, in un mero contenitore di “botte” e “risposte”… ma tant’è…

Leggo qui https://bibolottymoments.wordpress.com/2015/07/09/fatevene-una-ragione-voi-il-mio-primo-ban-su-wordpress/ e sorrido. Un po’ per la “puzza di tonaca”… non sapevo che le tonache puzzassero, ma certamente chi lo dice le avrà ben annusate per dare un simile giudizio. Sorrido anche perché la religione e molto di ciò che ne concerne è lontanissima da me. Ma chi scrive è libero di pensare a me come a una “sentinella in piedi” o a un’austera badessa di convento. Non importa. Importa invece correggere alcune informazioni errate.

Ad esempio la parola, tanto di modo in questi tempi: “razzista”. E siccome la parole sono davvero importanti, ecco cosa dice il vocabolario a proposito di “razzismo”: ideologia, teoria e prassi politica e sociale fondata sull’arbitrario presupposto dell’esistenza di razze umane biologicamente e storicamente «superiori». Non ho mai parlato di razze. Ecco perché non puoi definirmi razzista. Fattene ancora una ragione.

Tuttalpiù potrei essere “naturista”… La natura, sì. Me ne riempio la bocca. E quanto mi piace. La natura è ciò che siamo, al di là di ogni ideologia o “pensiero unico” promulgato da chi pensa di poter andare oltre questa inconfutabile verità… Non paragonare la natura degli animali a quella degli uomini. Sono cose ben diverse, ovvio. Mamma gatta uccide i cuccioli più deboli, è un istinto naturale. Ma non è un istinto dell’uomo. È una deviazione innaturale. E fattene una ragione anche di questo. L’essere umano non uccide i propri cuccioli. E se lo fa è omicidio, anche se sancito come diritto da una legge terribile e ingiusta. E fatti un giro in ospedale, la maggior parte degli aborti riguardano bambini – perché questo sono, non chiamarli feti – assolutamente sani. Semplicemente non voluti, per paura e disperazione di una madre troppo spesso lasciata sola. Per non parlare poi di “qualunque scelta è giusta se porta alla felicità”… la felicità di chi? E cos’è la felicità?

Mi fermo, dai. Pace e consapevolezza, prima di tutto. C’è ancora tanto da imparare.

Ti riconoscerò
tra la solita gente
che accalca le strade
la folla stremata che inutile
vaga stamane
saprò che sei tu
porterai un cappello di cielo
guanti di trine
e tante buone intenzioni
io appoggiato a quel muro di calce
le mani in tasca lasciate
a pesare gli inverni più lunghi
ti riconoscerò
perché sei il mio destino
o perché non esiste destino
cieca predestinazione
nient’altro che flebili lampi
e casuali occasioni
avrai il profumo della mia infanzia
di un posto sicuro
avrai il sapore più dolce
di neve e di acqua salata
ti riconoscerò
quando portando le mani al tuo viso
vacillerà dubbio un respiro
per un attimo solo.

I figli sono il dono della Vita, generati da un uomo e da una donna.E non potrebbe essere altrimenti. Le parole sono importanti, essenziali. Essere “genitori” significa avere la capacità di generare. Ecco perché un figlio ha bisogno di una madre e di un padre, non solo per essere generato biologicamente, ma per essere generato ogni giorno, fino a quando sarà in grado di farlo da solo.
Non può essere diversamente.
Fatevene una ragione.

Donna, dove sei? Il modello proposto dai media è davvero ridicolo. Si passa dalla femmina fatalissima e sensuale a quella androgina e incattivita. Dalla “donna con le tette” alla “donna con le palle”…
Ebbene sì, sono questi i due principali stereotipi nei quali si cerca di rinchiudere l’universo femminile. Da un parte l’oggetto del desiderio dei maschi, dall’altra la donna che può fare a meno di tutto. E in mezzo a questi due ridicoli opposti ci sono le donne reali. Quelle che non si collocano in un genere, quelle che non seguono le mode. Le donne vere. Le donne e basta.