Così Platone definisce l’origine dell’amore. Durante il banchetto in onore della nascita di Afrodite, Penìa (la povertà) venne a mendicare e vide Poros (l’espediente) che dormiva ubriaco. Penìa ne approfittò e dall’unione con Poros nacque Eros.
Mito davvero illuminante. Dopo che Zeus ebbe diviso l’androgino, quell’essere perfetto composto dalla somma di maschile e femminile, le due metà non smisero di cercarsi per ricostruire l’unione perduta. E in fondo l’amore è davvero questa pulsione eterna che vuole ricomporre una primordiale scissione. Eros è figlio di Penìa, che incarna la sofferenza della privazione, e di Poros, che esprime il bisogno di appagamento del desiderio. E l’amore non è che questa folle ricerca di un completamento e di una complicità istintiva. È il bisogno di riempire un vuoto. È il nulla di Penìa e la passione di Poros, più che mai evidenti nella costante ricerca di dare un senso a questo nostro apparente brancicare nel buio.
Eros
Pubblicato: ottobre 4, 2015 in frasi, lettori, libri, poesia, racconti, scrittori, scrittura, UncategorizedTag:Guido Mazzolini
commenti
Vero..così è! Purtroppo.
Ciao buona giornata.
Eli.