Lei era il cappello che perdi in una giornata di vento, ti chini per raccoglierlo e ti sfugge di mano. Allora cominci a correre e la gente ti guarda e ride. Quant’è ridicolo inseguire ciò che è difficile afferrare.
(Guido Mazzolini)
Il cappello
Pubblicato: ottobre 20, 2015 in frasi, lettori, libri, poesia, racconti, scrittori, scritturaTag:Guido Mazzolini
commenti
mi pare più ridicolo starsene fermi senza rincorrere i propri sogni
“La gente ti guarda e ride.” Il tragico senso del ridicolo provato nel goffo tentativo di rincorrere, recuperare. E’ l’atto in sé a essere risibile. Sottoporsi a tale umiliazione equivale a mettersi alla berlina. E il giudice più spietato, in tal senso, è il proprio io. Non serve la pubblica mortificazione, basta uno specchio. Ma bisogna aprire gli occhi.
L’immagine dell’uomo che si china nel vano tentativo di raccogliere il cappello, preso in giro dal vento, è molto efficace. Pirandelliana. E’ la metafora riuscita di un disagio, profondamente vissuto e cinicamente messo a nudo.
Molto vero quello che hai scritto. Ti ringrazio per il passaggio. A presto, spero.
Ma iniziare a correre, se è ridicolo per gli altri (che stanno scioccamente a guardare e giudicare) non lo è per chi finalmente, grazie a una lei che fugge, comprende che bisogna uscire da sé stessi e rincorrere ciò che si credeva acquisito per sempre.
Quanti sono gli uomini di cultura che potrebbero insegnarcelo?
Tanti.
In testa i Poeti, quelli veri, quelli che sanno che la bellezza fugge e che bisogna inseguirla(con le lacrime agli occhi e la malinconia dentro il cuore) se la si vuole rendere immortale.