Archivio per dicembre, 2016

Le parole strillano, s’impiccano, sussurrano, strepitano e sono fanfare d’argento, pulviscoli, onde sommerse e oscillare di rami, la sabbia di un tempo che scorre e pistola, coltello, mannaia, e piuma e carezza e parole, parole, parole.
Non fidarti di loro, le ascolti e al momento sembrano essere nulla, ma entrano in testa e prendono possesso dei tuoi desideri, anche se non lo vuoi, anche se non te ne accorgi.

Guido Mazzolini

Per te sulle labbra
bevo l’essenza e mi nutro senza speranza,
le dita sulla nuca, insetti curiosi,
e ondeggi come mare,
mentre il tuo sguardo indaga la mia schiena.
Perdo me stesso e il mio odore
senza credere possibile
una felicità dissimile
braccia spezzate, povero corpo
naufrago in cerca di terra.

Guido Mazzolini

Noi convergenti sincronismi e previsioni, intuizioni appena corrisposte, deserti, allegrie, palpebre socchiuse e ciglia. Noi destinatari privi di destinazione, lame taglienti e soffi brevi, noi futuribili presenti, ipotesi di attimi diversi. Noi come mani chiuse a pugno, sorrisi a denti stretti, ciarlatani e menzogneri, illusi, folli, briciole dello stesso pane, gocce dello stesso vino. Noi due di uno, divisi e prigionieri.

Guido Mazzolini

Il bisogno di eterno è insito nella nostra natura. C’è una nenia sottile, nascosta in ognuno, che canta quesiti sublimi; danza nell’esistenza intera, traccia piroette che spesso ci lasciano frastornati. Percepiamo forte il bisogno di un “sempre”, mentre la vita ci consegna a un “quasi” dissonante e consolatorio, a esperienza molteplici e in vari assortimenti. Apparteniamo a questa terra, oppure siamo di passaggio? E verso dove, e quanto durerà questo palcoscenico scintillante? Nasciamo e già siamo condannati alla fossa, è inutile negarlo. Non possiamo accontentarci di risposte casuali e azzardate, abbiamo bisogno di una Verità che riesca ad assemblare il disordine, che non ci lasci delusi e con la stessa fame.

Guido Mazzolini

 

Fiume versato dalle tue labbra
bevuto come nettare, occhi dentro
e mani e pelle, e cielo in terra
e terra appesa, mentre fugge un attimo
mai più così vicini, mai più così lontani
squarciati dal gemito di un tramonto
aratro e terra, timone e oceano
spezzati dal bisogno di restare
senza parvenza d’uomini, noi
senza bisogno d’altro,
senza domani e sogni.

Guido Mazzolini