Il filo rosso che sostiene il testo dalla prima all’ultima pagina è l’attendersi, il volersi davvero, il desiderarsi veri e luccicanti come scintille di un falò per appartenersi al di là di ogni pregiudizio o convenzione. È questo il desiderio più grande di Cosimo e Claudia, protagonisti del romanzo. E la casualità di un incontro che s’impone nel diverso svolgere della vita, conduce i protagonisti verso dimensioni divise e lontane, fautori di propri orizzonti e sorretti dall’istinto di essere uno per l’altro. Cosimo e Claudia incarnano le due opposte facce di una stessa umanità. Insieme hanno imparato l’amore, disegnandone i dettagli e conservandolo in un luogo inaccessibile e senza possibilità di redenzione. Il loro è un viaggio sezionato quasi chirurgicamente che scandisce le stagioni mutevoli della vita, dalla giovinezza alla maturità, scolpite in un crescendo che sembra stordire.
La storia di “un celeste divenire” si evolve nella rincorsa di un tempo che fugge, ingoiando energia e amore, ma nonostante tutto riecheggia di speranza e suona audace e violentemente malinconica. Il romanzo è anche un multi-luogo suggestivo, che dipinge una Cremona nostalgica, una Milano sfavillante e una Venezia decadente e surreale. È una geografia narrativa che sottolinea l’evoluzione un sentimento svelandone la luce e l’ombra, il canto e il fragore.
È un’affascinante narrazione che cattura il lettore e lo conduce in un viaggio che purifica. È il racconto di un’eroica normalità che trasforma i protagonisti in personaggi di battaglie epiche e ci risveglia lasciandoci negli occhi solo qualche frammento di sogno. E in fondo il senso della vita comprende anche la fatica più pura dell’esistenza, quella che lascia attoniti nello scoprirsi uomini capaci d’amore, chiamati e voluti per ricalcare un disegno del quale possiamo soltanto intuirne i tratteggi.
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L’ha ribloggato su Alessandria today.
Come sempre grazie!!!!!