Archivio per settembre, 2018

Parole nude, sfrontate
parole, inutile parole
e già mi meraviglia il tuo colore
quell’alabastro acceso e la lentezza delle mani
che frugano il foglio e il ventre del mio passo
come un verme con la mela
come la lingua con le labbra.

Guido Mazzolini

L’attesa è una porta socchiusa. E c’è qualcosa oltre, varcando la soglia, anche se possiamo soltanto immaginare, desiderare, sperare. Ma il bisbiglio dietro la nuca non mente, è un suono di futuro che chiama al movimento, è un salto nel buio, desiderando luce. E che sia gioia. E sia per sempre. La vita è questo roteare folle di emozioni, ma se guardi oltre il turbinio dei desideri e degli istinti, riesci a intravedere una dimensione di certezza consapevole. È un dialogo serrato e confidente, un dare per ricevere. E tra le scelte di ogni giorno che spesso ci lasciano frastornati, ci accorgiamo che l’amore è l’unica scelta davvero utile. Non l’amore dei sentimenti buoni e confezionati ad arte, ma quello che trasforma il mondo, quello che ho visto balenare negli occhi dei miei genitori. È l’amore infinito che ci consegna all’eternità, quello che ha plasmato l’universo, che fa muovere il sole e le stelle.

Guido Mazzolini

Ciò che non sai ancora
poeta sgangherato
che credi possibile agguantare la luna
nel riverbero di una pozza scura
cercando di trovare
a te solo svelata
l’accezione nascosta
nel pallido tratteggio
di un disco capovolto al cielo,
ciò che ancora ignori
è la purezza del suono
la sua genesi sacra di parola
che non sgorga da te come fonte pulita
ma attraverso la gola
e la tua voce di meretrice scalza,
poiché la scura matita
che credi trasformata in spada
non è niente più di una chiave rugginosa
con la quale spalancare il cancello del mondo
e rubare parole alla gente
spargendo seme sterile
in un deserto di sogno.

Guido Mazzolini

 

E alla fine è tutto qui, la vita si può riassumere in due fenomeni opposti e conseguenti. Si parte e si torna. Si riparte e si ritorna ancora. È un’altalena che spinge al cielo per riportare alla terra. E in quel volo breve si condensano gli istanti più preziosi, quelli che non vorresti lasciare andare, e anche loro seduti sulla medesima altalena, anche loro condannati al precipizio. Si oscilla e si naviga a vista, confusi tra la percezione della transitorietà e il desiderio d’infinito. Tra il bisogno di andare, e l’istinto di tornare.

Guido Mazzolini

Lasciai aperta la porta, uno spiraglio piccolo ma sufficiente a permettere l’ingresso al cambiamento. La tana dei navigli diventò accogliente e piena di colori. Amavo i libri allineati sugli scaffali, i quadri alle pareti, la luce delle finestre e quel profumo di sandalo che percepivo entrando in casa.
Patrizia alle mie spalle, minuta e forte, vestita con un kimono di seta frusciante. In mano una bottiglia e due bicchieri. La mia piccola gheisa milanese, pronta a esaudire ogni desiderio.

Guido Mazzolini (dal romanzo “Un celeste divenire”)