Archivio per gennaio, 2020

Ecco l’albore
di questo giorno nuovo
il tuo manifestarsi rituale
l’esistere ritmato del suo nome.
Canterai muta tre sole note
malinconia s’adorna nel silenzio
perché vivere è rumore che frastorna
così troppo vicino alla follia.

Guido Mazzolini

La poesia Amami di Guido Mazzolini, e la splendida voce di Giancarlo Cattaneo. Brividi.

Ammirai quella forza sgorgata all’improvviso e subito trattenuta. La lasciai fare e implorai il suo perdono. Dissi che non era quella la nostra stagione. Le descrissi l’uomo che avrebbe dovuto amare, vigoroso e solido, un tronco ben piantato nella terra, rigorosamente l’opposto di me. Deliravo. Il solito monologo sussurrato con gli occhi gonfi, recitando la parte del cinico.
Ci lasciammo così, prima di cominciare. Il tuffo della rondine si concluse con un tonfo sordo sull’asfalto. Tuttavia mi rimase vicino, qualche telefonata ogni tanto, un caffè e una passeggiata in centro. Anche quella volta il caos aveva preso il sopravvento. Inutile illudermi. Non ero pronto a un’alba nuova, preferivo chiudere le finestre e impedire all’aria fresca di entrare. L’ancora rimase calata, aggrappata al fondo di un mare immobile.

Dal romanzo “Un celeste divenire” di Guido Mazzolini

La poesia è un bene di tutti, un bene per tutti. È questa l’idea che permea la raccolta di Guido Mazzolini dal titolo “Forme Difformi”, versi che si possono trovare sul web gratuitamente e senza andare in libreria. Si tratta di una silloge che alterna componimenti in endecasillabi ad altri in forme più libere e svincolate dalla metrica tradizionale. Come sempre l’argomento prediletto è l’uomo con le proprie bellezze e brutture, sempre alla ricerca dell’anima e di un senso che la modernità sembra avere accantonato. A mio parere versi potenti che sottolineano un “labor” poetico davvero interessante.

Il libro è leggibile gratuitamente qui 

 

 

Paola vende gemiti fasulli
negli angoli di strada
a basso prezzo secrezioni
per camionisti o inappuntabili
padri di famiglia,
gli occhi accesi di mestizia
velata da un mascara limaccioso
e grandi mani per nascondersi.
Danilo sciala ore sudate
dietro un tornio in officina
cambia pelle ogni notte
dismette la divisa unta
e vende bianche polveri
di oblio balordo
e triste contentezza.
Sono nuvole difformi e differenti
ma ognuna della stessa
sostanza e consistenza,
si tengono per mano
dentro cieli immobili
sospinte da venti generosi
o dal moto diverso delle stelle.

Guido Mazzolini

…Ci adattammo uno all’essenza dell’altro. I giorni scivolavano senza fatica, aumentando la sensazione di avere raggiunto una normalità appagante. Pensai a noi come a una vera famiglia, tre persone che vivono sotto lo stesso tetto, che dividono un tavolo e un bagno.
Claudia lavorava molto e rientrava nel tardo pomeriggio. Odorava di polvere e solventi, trovava sempre la forza per sorridere e illuminare le nostre giornate. Sofia accettò i cambiamenti con una maturità sorprendente. Scelse di frequentare il liceo classico. Usciva alla mattina, carica di libri e quaderni, saliva su un autobus e veniva inghiottita dalla città. Qualche volta l’accompagnavo e andavo a prenderla. Lei mi vedeva all’uscita di scuola e correva, scendeva le scale due gradini alla volta, persa in un branco di ragazzi urlanti e uguali.
Nel pomeriggio Sofia restava in camera a studiare, oppure invitava amici e arrivavano voci da lontano, frasi in latino, musica e risate. Io al pianoforte, tra lezioni e spartiti, libri e allievi, fogli, matite, i resti della gomma infilati tra i tasti. Ognuno rispettava gli spazi dell’altro. A volte la vedevo attraversare la sala per andare in cucina a bere un bicchiere d’acqua, trascinava i piedi dentro grosse pantofole pelose, mi salutava con un sorriso. Qualche minuto e ritornava con un sacchetto di patatine in mano, lo stesso sorriso, la stessa leggerezza. E non avevamo bisogno di altro. Saperci sotto lo stesso tetto regalava a entrambi una sensazione buona, la vicinanza consapevole era sufficiente per sentirci al sicuro.
A volte lei e Claudia mi accompagnavano nei locali e per me era un’emozione grande vederle sedute al tavolo. Saperle tra il pubblico mi restituiva l’emozione dell’inizio, quando io e Cisco calcavamo le scene per la prima volta. Le guardavo, alzavo gli occhi dalla tastiera e Sofia faceva un cenno con la mano, un saluto timido per comunicare la sua presenza. Era accanto a me e ascoltava la mia musica, rispondevo con un sorriso e mi sentivo felice.

Un celeste divenire è un romanzo di Guido Mazzolini e lo puoi trovare qui

Mi consola pensare che da qualche parte dell’universo due uguali a noi continueranno ad amarsi, diventeranno vecchi insieme, vicini, un’anima sull’altra, come le pietre sul letto di un torrente.

Guido Mazzolini