Ammirai quella forza sgorgata all’improvviso e subito trattenuta. La lasciai fare e implorai il suo perdono. Dissi che non era quella la nostra stagione. Le descrissi l’uomo che avrebbe dovuto amare, vigoroso e solido, un tronco ben piantato nella terra, rigorosamente l’opposto di me. Deliravo. Il solito monologo sussurrato con gli occhi gonfi, recitando la parte del cinico.
Ci lasciammo così, prima di cominciare. Il tuffo della rondine si concluse con un tonfo sordo sull’asfalto. Tuttavia mi rimase vicino, qualche telefonata ogni tanto, un caffè e una passeggiata in centro. Anche quella volta il caos aveva preso il sopravvento. Inutile illudermi. Non ero pronto a un’alba nuova, preferivo chiudere le finestre e impedire all’aria fresca di entrare. L’ancora rimase calata, aggrappata al fondo di un mare immobile.
Dal romanzo “Un celeste divenire” di Guido Mazzolini
Non ho ancora letto nulla di questo autore, devo rimediare. 🙂
Rimedia! Ciao e grazie!
Anche questi autori sono davvero fantastici: https://wwayne.wordpress.com/2011/01/31/big-in-japan/
Assolutamente si!
Ero quasi sicuro che anche tu li apprezzassi, e dopo averne avuto la certezza sono ancora più orgoglioso di essere da tempo un tuo follower. Grazie per la risposta! 🙂