Archivio per febbraio, 2022

Scivolata bellezza dagli occhi
il pensiero è una piccola gemma
preziosa, minuta, dentro un povero
scrigno di legno. Respiro parola
foglia caduta tra viali di rose,
parlo di me quando s’immola piano
il tenue cantillare di un ricordo.
Carezzami gli occhi di pace, io
vivo di sangue nel cuore di un giorno
soltanto. Sono battaglia feroce,
carne che pulsa, l’istinto mi chiama,
sono l’umore del vento che soffia.
Nel largheggiare di un tempo perduto
la vita guadagna sé stessa. Portami
doni, sollevami in alto da madre
porgi il tuo collo inarcato, che possa
succhiarne l’essenza più pura, sei
tu la più vera ragione di me
vita che squilli di Vita. Per questo
rendi il mio dire sincero e assetato
rendimi fiamma di ceppo bruciato.

Guido Mazzolini

Parlo a te come una danza
a piedi nudi sui cocci acuminati della vita
come pazzo che si strema
per l’ombra di un sorriso luminoso
parlo a te come una danza
come fuoco acceso
al grido di un tiranno antico
l’urlo dal pulpito di un Savonarola cieco
parlo a te come una danza
come nuvola di pioggia
canna sbattuta dal vento
un ragno sulla tela o rondine caduta
parlo a te come una danza
agitando braccia e vele di pensieri
come legno bianco in balia delle correnti
soltanto un urlo muto udrai
nelle malinconie cercate
nelle pietrose sere
quando la campana del ricordo
squillerà rintocchi di pensieri.

(L’Attimo e l’Essenza di Guido Mazzolini)

Un racconto d’amore e follia.

Quel che sai dell’amore è un goffo tentativo di definire l’indefinibile, di circoscrivere un infinito panorama nell’arco di un solo abbraccio. Tutti ne parlano, tutti ne hanno avuto esperienza. Siamo individui capaci d’amore, e a modo nostro lo abbiamo manipolato, trasformandolo in goccia, fiume, oceano, acquitrino. Un amore in grado di muovere energie nascoste, un amore destinato al bene, alla luce e alla gioia, disposto a liberarci dalla prigione di un ego che ci lega a questa terra per arrivare al cielo.
Quel che sai dell’amore lo impari vivendo, sbagliando, ascoltando, soffrendo. Quel che sai dell’amore lo impari amando.

Guido Mazzolini

Buon San Valentino!

Elena & Paola

È difficile conservare un ricordo senza sporcarlo con supposizioni irreali. È difficile pensare al passato senza lo sguardo limpido del presente che ingrandisce i particolari e ne svela imprecisioni e rughe. Ti avvolgi nella spirale delle ipotesi pensando a quello che non è stato, credendolo possibile perché non realizzato. E ti domandi dove vadano a morire i sogni finiti, le voglie calpestate e gettate via, ciò che hai voluto con tutta la tua forza e non hai avuto. Quanti indirizzi perduti, parole, strade percorse. Quante mani serrate, quanti posti vuoti, e sensazioni e ipotesi. Quante speranze, quanti ricordi che abitano nel silenzio come ragni in un buco, nel rimpianto di una nostalgia assassina che a lungo andare uccide la gioia di vivere. Pensieri che arrivano quando meno te l’aspetti e ti montano addosso. E soffiano, e mordono. Cani rabbiosi che ti raspano il petto. Sempre strana la vita. Si girano pagine, si mutano sogni.

Guido Mazzolini

In fondo averti addosso in una notte romana era l’unica cosa giusta in quel periodo di tempo di quel periodo di vita, così quando ti accorgi che hai cambiato indirizzo al pensiero, allora ti chiedi in quale stazione andrai a prendere le prossime valigie, e dove sarà diretto il tuo viaggio. In ogni caso eravamo nostri, nessuno può portarcelo via, e non sarebbe bastato il cielo a coprirci, quando ancora non potevamo distinguere dove finivi tu e dove iniziavo io. Allora fai buon viaggio, sei la mia vergine zoppa e ho cantato di te in mille poesie, sei stata presente negli occhi e nelle pagine dei miei libri, ma ora è arrivato il momento di metterci un punto, e di metterti via. Ho già troppi scheletri, e sempre meno armadi.

Guido Mazzolini