Archivio per luglio, 2022

La storia di Alessia Pifferi ci fa orrore. Raccontata da stampa e televisione, tutti abbiamo incrociato la vicenda terribile di una madre senza cuore che ha abbandonato per sei giorni la figlia Diana, di un anno e mezzo, lasciandole solo un biberon nel lettino. La piccola è morta di fame, di sete, di stenti, è morta di mancanza d’amore. Inutile dire di più, come sempre tutto è stato raccontato dai mass media, gettando orrore su orrore. Da una parte la madre indegna e assassina, dall’altra la società benpensante. A pensarci bene, una società schizofrenica che – giustamente – si indigna per l’anaffettività crudele di una madre che lascia morire la figlia, mentre glissa noncurante sui milioni di aborti che vengono effettuati ogni anno nel mondo. In Italia, nel 2020, sono state più di 67000 le donne che hanno deciso, più o meno coscientemente, di interrompere la vita del proprio figlio e questo per i motivi più disparati, economici, psicologici, paura del futuro, incapacità presunta di non adempiere ai doveri di madre. Sono tante le motivazioni, ma esiste davvero un valido motivo per abortire? La vita di un bambino può essere negoziabile e collocata dietro le esigenze di una donna?
Perché la storia di Alessia ci scuote e ci indigna, mentre gli omicidi legalizzati e perpetrati dallo Stato lasciano indifferente la maggior parte di noi? Si accetta l’aborto perché il bambino che deve nascere non è considerato persona. Finché vive nell’utero, i suoi diritti sono pari a zero, è un essere muto e privo di importanza sociale e culturale. Un progetto di vita, un’ipotesi, niente di più.
È un inganno costruito ad arte, dopo anni di lavaggio del cervello e delle coscienze. La madre porta in grembo “qualcosa” e non “qualcuno”, un ammasso di cellule di sua esclusiva proprietà. Serve coraggio per tornare ad affermare ciò che è ovvio, il valore della vita e la sua sacralità. Serve tornare alla sorgente di quello che siamo, creature create e non incidenti capitati per caso, vite benedette, dal concepimento alla morte naturale, e non povere foglie portate dal vento e dalle ideologie, uomini e donne senza una meta, un inizio, una fine.

Guido Mazzolini

Le nostre scelte determinano il destino, giuste o sbagliate, appropriate o no. E non solo grandi scelte o decisioni importanti, ma anche piccole minuzie quasi invisibili e all’apparenza inutili. La vita è un sistema complesso, un gigantesco castello di carte tenuto insieme da piccole gocce di casualità. Ma esiste davvero il caso? Siamo auto-determinati o in balia del destino? Forse sono gli errori che dipingono il nostro futuro. E a pensarci bene, senza gli sbagli quale sarebbe il senso della vita? Una noiosa, insapore, sterile perfezione? Spesso le occasioni migliori nascono da un colpo di fortuna, da un impercettibile cambio di direzione o da un clamoroso salto nel buio. Cambiano le stagioni, il tempo vola. Tutto passa, e anche in fretta. Soltanto chi ami davvero resterà come un marchio indelebile nel cuore. Soltanto chi ami davvero potrà cambiare il tuo destino. 

Guido Mazzolini

La debolezza ci appartiene, è insita nella nostra capacità di abituarci alla normalità. Si chiama adattamento, per alcuni una benedizione che ha permesso all’uomo di abitare la terra. Ma a volte la normalità è sinonimo di banalità e annulla l’istinto di riflettere, di giudicare sé stessi e il mondo. Il rischio è accontentarsi di quello che si è, piegati, implosi, senza nemmeno sfiorare l’immagine di ciò che si potrebbe diventare. L’arte aiuta a creare uno stato di eccitazione che scuote le coscienze addormentate. Benedetti gli artisti, quelli arrabbiati e pronti a scavare, a incendiare il mondo, a mettere a soqquadro l’universo.

Guido Mazzolini

Scoglio e risacca, colori scuri, voci arrocate di salsedine. Le donne liguri hanno la scorza dura, di sale e conchiglia, seccata al sole come una pianta di cappero. Guardano il cielo e seguono il volo dritto di una folaga, sorridono quando sparisce all’orizzonte, perché sanno che presto o tardi tornerà. Tutto ciò che il mare prende, il mare restituisce. Può essere un amore, un ricordo, un vento generoso, un amico o un sospiro. Tutto torna indietro, come il messaggio affidato alle onde che ritrovi nella bottiglia sulla spiaggia. Le donne liguri hanno sangue forte, di marinai, navigatori e guerrieri. La vita non le spezzerà, cadranno mille volte e mille volte risorgeranno come l’alba. Nel cuore tengono un posto vuoto, un giaciglio di fortuna utile a chi dovrà arrivare, pronte ad accogliere le sorprese della vita, curiose come la rete del pescatore gettata tra i flutti, che tutto trattiene, senza aspettarsi nulla.

Guido Mazzolini