Archivio per aprile, 2023

“Quante sorprese ci riserva la vita. Inaspettate o attese, terribili o magnifiche. È il segreto custodito dal tempo, la magia tramandata nei secoli che accomuna ogni essere vivente. Apparteniamo a un passato che ha generato il nostro presente e per tutti arriva il momento in cui il riflesso appare più nitido. È uno sguardo che arriva da lontano, è la benevolenza di un ricordo che riposa nell’anima.”

-Destinati a direzioni diverse- di Guido Mazzolini

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Eccolo. “Destinati a direzioni diverse” è il titolo. In copertina una foto che rappresenta un incrocio di vite qualsiasi, un attraversamento pedonale di chissà quale angolo del mondo. Persone che camminano, vanno e inseguono la vita, i propri sogni, i desideri. L’ho trovata molto emblematica, indicativa di quello che è il filo rosso del mio libro. Infatti, pur trattandosi di 54 argomenti raggruppati in sei differenti capitoli, il testo segue un denominatore comune che ho cercato di mantenere in tutte le pagine. Come sempre è l’uomo a suscitare il mio interesse. L’uomo ripreso da diverse angolazioni, anche se le caratteristiche sono infinite, ma credo ci siano punti in comune che valga la pena descrivere. Ho parlato di uno solo con la certezza di parlare di molti, perché ogni risposta data apre la porta a nuove domande, e credo siano comuni a tutti noi. Scrivere è raggiungere un orizzonte e subito vederne spalancare un altro, in una rincorsa di ipotesi che toglie il fiato. Ma non ho cercato soluzioni o palliativi a basso prezzo. Ho voluto raccontarmi in un modo diverso dal solito, attraverso percorsi, azioni, sensazioni, meditazioni quotidiane che riflettono su tematiche fondamentali, nella certezza che tutti siamo accumunati dallo stesso destino, pur imboccando strade differenti. Destinati a direzioni diverse, ma persi nello stesso sentire.

Guido Mazzolini

ECCOLO!!!!! Emozionata più di te. Già ordinate due copie, una per me e una per Paola. Arrivano in un paio di giorni, che bello…Poi ti farò sapere, grazie Guido.

“Per cominciare, scrivere questo libro mi è sembrato un viaggio possibile tra le parole. 54 concetti, suggestioni brevi, termini per impostare un dialogo. Ho voluto incoraggiare il confronto, l’alterità, in poche parole il testo è un invito ad aprirsi al prossimo, rischiando anche delusioni o brutte sorprese, ma credo valga sempre la pena vincere la tentazione -tipica di questo tempo- di essere malfidenti, arroccati e trattenuti nell’aprire le braccia. A noi scegliere come vivere, in solitudine o in moltitudine, diffidenti o grati. Un termine dopo l’altro, una parola alla volta, mi sono accorto di quanto universo si possa racchiudere in una sensazione sola, in un affetto, nel respiro che accelera raccontando di me, e in fondo parlando di me parlo anche dell’uomo, di questa creatura meravigliosa e meravigliata, pronta ad afferrare le stelle, angelo e bestia, elevato ma sempre disposto ad involvere. A ognuno di noi un destino sempre incerto, nebuloso, mai chiaro e definito. Ma a pensarci meglio siamo tutti dentro la stessa storia che ci conduce al mistero, a una domanda che cerca risposta, al nostro essere creature create. Il resto è da leggere, e non chiedo di più. Vogliatemi bene, se vi va.”

Guido

Per ora dici ancora poco ma non importa: non vedo l’ora di leggere il tuo nuovo libro. Chissà cosa significa D.d.d. Dovrebbero essere le iniziali del titolo. Tutto oggi che ci sto pensando. Boh! Delicato dolore dietro? Naaa, troppo erotico. Divento dolce delicatamente? Troppo pasticceria. Dove desidero danzare? Uffa, non ne ho idea, e voi? Elena.

“Era ora, lo so. Chi ha seguito la mia produzione “letteraria” si è accorto di una pausa che mi ha portato a restare in silenzio per qualche anno. Colpa del tempo, della salute, della noia e di quello spleen di boudelaireana memoria troppo spesso seduto sulle mie ginocchia. Ma adesso si ricomincia. Il viaggio non può fermarsi, scrivere è un istinto che gestisco, soffoco, tengo tranquillo, ma presto o tardi devo tornare a fare i conti con il bisogno di esprimermi e con il desiderio di scavare. Spesso ho scritto cercando risposte, e non ho trovato altro che domande nuove, sempre più sottili e raffinate. Difficile farne a meno, impossibile smettere.
Ma torniamo a noi. Presto vedrà la luce un mio nuovo figlio di carta. Per ora non dico di più. È un testo particolare, differente dai precedenti romanzi o sillogi poetiche. In questi giorni ve ne parlerò, anche a rischio di diventare molesto, ma ci tengo molto e sono certo che avrò da parte vostra la stessa attenzione che mi avete riservato in passato.
E si ricomincia, finalmente. Io e te, quello che scrive e quello che legge. Insieme amici e protagonisti di una storia di fiducia e stima reciproca che ora può riprendere a volare. Come sempre, e come dicevo una volta, vogliatemi bene, se vi va.”

Guido Mazzolini

Che gioia sapere che hai ripreso a scrivere. Mi dicevi che sarebbe stato difficile, faticoso, ingiusto. Avevo ragione io, non avresti smesso e adesso scopro che presto potrò ricominciare a leggerti. Era ora, hai ragione, anche perché avrò nuovo materiale per questo blog, ti pare poco? Non vediamo l’ora di averti tra le mani, tu per noi e noi per te. Grazie.

Elena

Lei guarda il cielo, conta le stelle, chiude gli occhi e ricomincia. La perfezione dell’universo è una calamita che attira. Osserva e si placa il bisogno di ordine e senso. Osserva e stabilisce relazioni e categorie, cause ed effetti. Le stelle nel cielo e i fiori sulla terra. Tutto rientra in un bisogno di situare e catalogare, nel tentativo di trovare un significato che assembli la realtà. Conta le stelle, ma non basta. Dà il nome ai fiori, ma non basta. Chi ha fatto tutto questo, e perché? La seconda domanda è ancora più essenziale della prima. La risposta a tutto ciò è un urlo muto. È il sorriso di un bambino, è un soffio di vento che muove appena le fronde degli alberi. È ciò che non sappiamo e conosciamo nel silenzio, perché nel piccolo, come sempre, si racchiude l’immenso.

Guido Mazzolini

“Memoria e sogno. Il mio desiderio di scrivere ondeggia tra queste due dimensioni inconciliabili. È il bisogno di catturare qualcosa che è stato, nel tentativo un po’ puerile di conservarlo, così come il cacciatore di farfalle che tiene tanti piccoli cadaveri sotto vetro. Oppure scrivo per immaginare un futuro o una storia, per dare corpo a un sogno. E in entrambe le direzioni mi accorgo di una verità sussurrata e sublime. Scrivo per fare spazio. O per colmare un vuoto.”

Guido Mazzolini

“Noi mendicanti di eterno, pronti alla rivalsa e alla trasformazione rischiando di diventare quello che non siamo, una maschera tragica, attori di un palcoscenico provvisorio. Noi popolo e umanità, fratelli e sorelle, figli del nulla o di un disegno d’amore, in questo brancolare alla ricerca della felicità, a mani tese, afferrando scampoli di gioia e briciole cadute per terra, come i cani sotto al tavolo. La desideriamo, è un istinto potente e inderogabile. Tutti cerchiamo la stessa cosa e ci accontentiamo di soluzioni posticce, palliativi che spengono la sete e addormentano la voglia di luce che ci pervade, ma solo per un istante. Siamo fatti così, tentiamo goffi saltelli per acciuffare una stella, voli mediocri e senza ali nutrendoci di entusiasmi, incendi luminosi e subito spenti.
In questo giorno così speciale la meta è la stessa, sia per chi crede in Dio che per chi non crede più o non ha mai creduto. Cambiare strada, rinascere donne e uomini nuovi, scegliere bene e scegliere adesso, gettare l’uomo vecchio per scoprire la novità che abita in noi.
In una parola, risorgere.
Ecco, credo che sia questo l’augurio migliore. Alla vita si nasce una volta sola ed è per sempre, ma vivere comporta innumerevoli rinascite, quotidiane risurrezioni che sotterrano l’uomo di ieri per generarne uno nuovo, in un fulgore che spegne lo strepitio del mondo. Lasciamoci pervadere dal silenzio, lieti di esistere e di esserci ora. A noi il compito di scegliere il meglio e seguire la strada giusta, non è mai facile, ci vuole consapevolezza, astuzia e purezza versate in uguale misura.
A me e alle mie note dissonanti.
A mia madre e al suo sguardo smarrito, alle sue rughe e alle mani.
A mio padre e al suo posto vuoto, impossibile da riempire. Lui già risorto nella gioia, contemplando quello che io, con modesti voli di pensiero, riesco appena ad intuire.
A tutti voi, a tutti noi. Buona santa Pasqua. Gioia, Luce e Risurrezione.”

Guido Mazzolini

Da parte nostra un grande augurio a Guido e a chi ci legge, ci segue, ci pensa. BUONA PASQUA e GRAZIE DI ESISTERE. Elena&Paola

Penombra, odore di migliaia di corpi prima dei nostri, eppure dopo pochi istanti ogni cosa profumava d’estate. Il buio nascondeva la paura delle tue imperfezioni, segni di un tempo trascorso, per me piccoli particolari di noi, tessere meravigliose di tutto ciò che sei. Amarsi a luci soffuse acuisce i sensi, fino a non capire più quale pelle è tua, quali mani le mie. Uno sull’altra, lo stesso calore dei cuccioli nel nido. Respiri all’unisono, io e te una strana creatura con due teste, quattro braccia, venti dita e due cuori. L’anima soltanto una, mischiata, frullata, gettata ovunque in ogni angolo di quel motel che illuminato da noi diventa un paradiso terrestre. Io e te. Eva e Adamo, cacciati dal cielo e precipitati in uno squallido albergo a ore. Luminose stelle cadenti, foglie nel vento, fiocchi di neve, e quante immagini che mi riportano a qualcosa che precipita, che mi riportano a noi, che mi riportano a te.
Poi luce, si apre la porta e occhi strizzati dal sole, soldi in mano a un ossequioso dipendente, complice prezzolato della nostra gioia. Un viaggio breve in automobile e un tavolo di pizzeria dozzinale, tovaglia a quadri e puzza di fritto. Due tipi sospetti e scuri mangiano al tavolo vicino, ti guardo, mi guardi e ridiamo. Le nostre mani giocano, la pelle non è ancora contenta e non lo sarà mai. Il desiderio di toccarsi è forte, nonostante abbiamo già avuto tutto di noi, nonostante ci siamo appena amati come due dei dell’Olimpo, come la somma di tutti gli amori illegali del mondo. Gli occhi sorridono, le dita intrecciate. Mangiamo affamati, parole soltanto nostre, sciocchezze irrilevanti per chiunque, ma così preziose per noi.
Poi la corsa al casello dell’autostrada e io silenzioso, osservo le mani sul volante, le mie nocche diventare più chiare e tu che fai finta di niente. Mi saluti con un bacio e ritorni nel tuo universo, quel mondo a me negato e irraggiungibile. Ti guardo dallo specchietto retrovisore, sei un punto sempre più piccolo che si allontana.
La vita ci illude, crediamo di avere tempo e che il futuro possa regalarci nuove possibilità. Ogni istante che passa sottolinea questo pensiero e lo sostiene. In noi manca la coscienza del limite, accantoniamo l’idea di un adesso circoscritto in un confine, preferiamo l’illusione di avere sempre un giorno a disposizione per sistemare la nostra felicità, pronti a colmare lacune e omissioni colpevoli. La paura di agire confina con la noia e suggerisce di fare domani ciò che potresti fare oggi. Rimandare è un’arte semplice e disperata, uno stratagemma che ci rende tutti uguali e pronti ad assolverci. Rei nel presente, ma sognatori di un futuro che profuma di redenzione e successo.
Ma il tempo ha una fine, te ne accorgi mentre passano gli anni e arrivano gli imprevisti della vita, e la sbornia della giovinezza è già lontana, e si ammucchiano i giorni. Ho preteso troppo, lo so, ma sono convinto di avere chiesto il giusto, quello che pensavo di meritare, quello che tu non hai considerato possibile. I desideri condivisi vanno realizzati, non puoi metterti in viaggio senza una destinazione, ti godi il panorama e il dondolio del vagone, ma resti insoddisfatto perché la meta è sempre più lontana e dentro di te sai che da quel treno non scenderai più. Da casello a casello, pensieri sciolti e un’ora di strada per arrivare a casa. Il mio ultimo viaggio, il mio ultimo abbraccio.

Guido Mazzolini

Ancora una volta mi lasci senza fiato, coinvolta in prima persona nel tuo racconto. Anche io ho vissuto quelle sensazioni e ho pianto l’amarezza di certe lacrime. Spero che chi lo leggerà possa avere il mio stesso brivido.
Elena

Gli scherzi della vita arrivano improvvisi, alcuni sorprendenti, altri invece lasciano il segno e di questi ne faremmo volentieri a meno. Non dipende da noi, possiamo solo fare il possibile perché ogni cosa vada come vogliamo, ma l’incidente è sempre in agguato, il vizio e il difetto ci aspettano dietro angoli inaspettati dì esistenza.
Vivere non è soltanto accettare successi e fallimenti che arriveranno in futuro, vivere è anche generare un nuovo presente, un io rinnovato per racchiudere e completare il precedente. Siamo fatto di sogni e di carne, capaci di grandi passioni e meschine piccolezze. Capaci di un amore in grado di accogliere tutto, anche le scelte sbagliate, l’errore, le mancanze altrui e le nostre. Un amore capace di guardare oltre l’apparenza delle cose, con occhi puliti e cuore aperto.
Buon primo Aprile a tutti, e che Dio ce la mandi buona.

Guido Mazzolini

Anche da parte nostra buon pesce d’Aprile, che sia una stagione di sole e d’amore per tutti. Elena&Paola