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Si muore quando cala il sipario del tempo, ma anche quando smettiamo di chiedere e bruciamo l’ultima domanda nel fuoco del cinismo. Si invecchia quando ammazziamo la curiosità e con essa sprofondiamo in un baratro che inghiotte ogni scintilla. Uscirne è difficile, crediamo solo all’ineluttabile, ci abituiamo a non sperare e indossiamo le scarpe comode di chi ha già visto tutto. Al contrario, la fiamma brucia quando accogliamo il mistero. In questo modo possiamo essere fratelli delle persone, degli animali e delle piante. In questo modo il nostro fuoco potrebbe bruciare il mondo intero e consumare la finzione di una vita costruita su misura, come un vestito da indossare in ogni occasione. Mediocri orizzonti, voli rasoterra e senza piume. Basterebbe alzare gli occhi per scorgere l’infinito che aspetta oltre il confine, oltre la gabbia che ci contiene e ci impedisce di spalancare le braccia.

Destinati a direzioni diverse di Guido Mazzolini

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Sono morto mille volte
in ogni impercettibile silenzio,
nelle mani chiuse, tra le labbra,
folle come chi ha bevuto il nettare del sasso,
sazio di un respirare denso
dei ciottoli lasciati nel piatto
del lancio del coltello
delle mie voce rotta e piena di parole.
Destato da Cariddi, dal suono di un peana,
sono morto di lama e veleno
di corda al collo, appeso a un ritornello,
morto del mio vuoto, impalato,
sbranato dai mostri.
Sono morto mille volte,
distante, coperto dal tuo odore,
travolto, avvolto, sveglio
sulla coperta di un ricordo andato
come un sospiro, come un dolce canto.

Guido Mazzolini

C’è gioia nel silenzio quando le parole stentano a uscire, quando si spalanca uno sguardo per vedere il cielo e lo spirito intona il peana dell’esistenza. Le mani disegnano farfalle, la musica vive e danza l’anima, si sfiorano i gomiti e le ginocchia fremono, e guancia su guancia, labbra su labbra. E occhi negli occhi a inventare altri occhi. La vita è plasmata da incontri, da sguardi che si intrecciano, da mani tese e abbracci. C’è chi non riesce a donarti un momento in una vita intera, e chi in un solo momento ti regala una vita. C’è chi promette di esserci e manca, e chi nel silenzio ti resta vicino. Fate, streghe, maghi e santi. La pelle degli altri, la scorza dell’anima. Bucce di vita e quante attraversano la nostra e la modificano, quante ci passano accanto e non lasciano nemmeno un ricordo. Costruiamo recinti per paura di smarrirci o per vigliaccheria. Il nostro è l’istinto predatorio dell’animale, mordere e graffiare, il resto non conta. Teorizziamo concetti meschini che soffocano l’energia della vita, mistifichiamo l’amore e lo trasformiamo in possesso. Al contrario, quando amiamo davvero cominciamo a uscire da noi stessi e ci scopriamo nudi, teneramente fragili e spaventati. Vorremmo arretrare, rientrare nel recinto, richiudere il cancello. Vorremmo salvaguardare la tranquillità apparente di chi vive al sicuro, abituato a ghermire e lontano dalle emozioni.
La domanda che bussa è sempre la stessa. È il bisogno disperato di amare e tutti ne parlano, e tutti lo cercano questo amore di cui spesso ignorano l’essenza. Amare è una singola azione che proviene da direzioni opposte. Esiste il bisogno di amare e quello di essere amati, e l’uno chiama l’altro in una reciprocità che spesso lascia così confusi da costruire in noi un’individuale idea dell’amore. È un’eco che restituisce la parola, ma ne cambia il suono. Così ognuno ama a modo suo, come riesce e come può. Così l’amore diviene bizzarro, egoista, un personalissimo capriccio. E spesso amiamo poco e amiamo a male, oppure temiamo la sconfitta e ci chiudiamo nel tentativo di conservare noi stessi, desiderando una libertà che al contrario nasconde solitudini sterminate. Fuggiamo lo spreco, ma non esiste amore sprecato. Meglio aprirsi al miracolo, al bisogno di luce e infinito. Il resto sono supposizioni, tentativi di arginare la noia. Un consolatorio sottovalutare ciò che rappresenta l’essenza dell’uomo, individuo capace d’amore, limitato nell’agire, ma infinito nel desiderare.

Destinati a direzioni diverse di Guido Mazzolini

“Così ognuno ama a modo suo, come riesce e come può.” Sono d’accordo, ma questo non deve diventare l’alibi per amare in modo egoistico o per usare le persone a proprio piacimento. Io la penso così. Voi?

Elena.

“Meglio deliziarsi al pensiero di possedere una serenità circoscritta. Abbiamo tutto quello che serve, affondiamo in paludi di oggetti e desideri inutili, eppure appartengono alle nostre vite e noi apparteniamo a loro. Nati nella metà fortunata del mondo, soddisfatti di quello che abbiamo, infelici di quello che siamo.
Eppure basterebbe uno sguardo più aperto, una mano più calda. Basterebbe riconoscersi e pensare che nell’oceano della vita navighiamo tutti la medesima barca. E tutti meritiamo un viaggio, accumunati dalla stessa rotta. Nuvole difformi, ma di uguale consistenza. Marinai più o meno capaci, più o meno fortunati, in balia di venti generosi e sospinti dal moto delle stelle.”

Destinati a direzioni diverse di Guido Mazzolini

Si muore quando cala il sipario del tempo, ma anche quando smettiamo di chiedere e bruciamo l’ultima domanda nel fuoco del cinismo. Si invecchia quando ammazziamo la curiosità e con essa sprofondiamo in un baratro che inghiotte ogni scintilla. Uscirne è difficile, crediamo solo all’ineluttabile, ci abituiamo a non sperare e indossiamo le scarpe comode di chi ha già visto tutto. Al contrario, la fiamma brucia quando accogliamo il mistero. In questo modo possiamo essere fratelli delle persone, degli animali e delle piante. In questo modo il nostro fuoco potrebbe bruciare il mondo intero e consumare la finzione di una vita costruita su misura, come un vestito da indossare in ogni occasione. 
Mediocri orizzonti, voli rasoterra e senza piume. Basterebbe alzare gli occhi per scorgere l’infinito che aspetta oltre il confine, oltre la gabbia che ci contiene e ci impedisce di spalancare le braccia. 

Destinati a direzioni diverse– di Guido Mazzolini

È bello sapere che da qualche parte, perso nei meandri virtuali dei labirinti informatici, c’è un podcast interessante, dove il libro “Destinati a direzioni diverse” è spiegato e letto direttamente dall’autore. Il podcast è nuovo, così vi chiedo di passare ad ascoltarlo, dura pochi minuti ma secondo me ne vale la pena, e non solo per il piacere di sentire una voce seducente arricchita da una erre di gucciniana memoria, ma soprattutto per i contenuti. A parte gli scherzi penso che ascoltare direttamente dalla voce dell’autore le idee e le motivazioni che lo hanno portato a scrivere e magari, poi, leggere il libro, sia davvero bello. Per ascoltare il podcast andate QUI

Domani, domenica 7 alle ore 10, la seconda puntata del podcast è online.

Grazie a tutti!!!!

Elena&Paola

Ho letto il libro di Guido Mazzolini dal titolo “Destinati a direzioni diverse” e desidero condividere la mia opinione e dirvi quello che mi è passato per la testa leggendolo. Abituata ai romanzi e alle poesie di questo autore, all’inizio mi sono trovata un po’ spiazzata. Il libro infatti è una raccolta di pensieri (suddivisi in sei argomenti) e ogni pensiero è rappresentato da una parola e si sviluppa in un paio di pagine. La scrittura di Mazzolini non delude, il registro è alto e come sempre è molto particolareggiata e ricercata, soprattutto nella scelta delle parole e delle immagini. Ogni parola, come dice l’autore, permette di aprire la porta della coscienza ed è come un seme che prima o poi farà spuntare un frutto. Dipende dal lettore, da come accoglie la parola e da come la farà fruttare. Credo che ci siano vari pensieri che unificano questo libro. Per prima cosa la domanda. Mazzolini si pone come provocatore andando ad indagare nei quesiti più intimi dell’uomo. Da dove veniamo? Dove andiamo? Chi siamo? Le risposte non sono mai scontate o pronte all’uso, e nemmeno l’autore veste il ruolo di mentore, ma ha la convinzione che le risposte esistano, basta solo porsi le domande giuste. Un’altra caratteristica che mi è piaciuta in questo libro è l’assenza di giudizio. Pur descrivendo mancanze e vizi tipici della nostra società, Mazzolini evita di puntare il dito e di ergersi a giudice, nelle pagine è sempre presente un concetto di fratellanza che rende ogni uomo uguale all’altro, marinaio in questa metaforica nave che è la vita. Tutti colpevoli e per questo perdonati. Riporto alcune frasi che mi hanno colpito particolarmente: “Scelti al di là di noi, senza dogmi o pregiudizi. Scelti senza possibilità di scegliere, e in questa caotica casualità si nasconde l’apparenza di un disegno. Siamo nel mondo, vivi in un presente grato al passato e a chi ci ha generato. Mette i brividi saperlo. Mette i brividi essere parte di una storia senza fine”. Oppure: “c’è un istinto di eterno che valica il presente, feconda il futuro e lo permea di vita. Basta poco e te ne accorgi in un momento qualunque. Una luce ti accende, una fiamma inestinguibile. Alzi gli occhi al cielo, un respiro profondo e ti senti rinnovato, già risorto, con il coraggio di esserci ora e di esserci sempre.”. E anche: “L’apparenza ci rende neutri e uguali, come marionette in bilico tra il bisogno di mostrarci e il desiderio di scrutare, di capire, di entrare. Quante maschere, costumi, trucchi per nascondere chi siamo e sembrare diversi. Liberami, per favore. Liberami dall’apparenza delle cose, da ciò sembra gioia, da ciò che sembra amore.” Ne ho citate solo alcune, ce ne sono molte altre, in generale ogni pagina racchiude delle piccole perle da scoprire una alla volta. Non è un libro da mettere via dopo averlo letto, non si tratta di una lettura di consumo, da parte mia preferisco tenerlo sul comodino e riprenderlo in mano, magari per sfogliare una pagina, per ripercorrere un concetto che mi ha colpito. Sono piuttosto compulsiva come lettrice (questo l’ho letto in una sola notte…per dire come sono combinata…) e lo faccio con pochissimi testi, ma questo vale una seconda rilettura e anche una terza. In conclusione “Destinati a direzioni diverse” mi è piaciuto, anche se alcuni concetti mi hanno un po’ confusa, ma credo che anche questo sia lo scopo delle letteratura, ci ritornerò sopra per assimilarli meglio o confutarli. È un libro che insegna ad osservare le cose da un punto di vista inedito, a fidarsi di noi e a guardare oltre l’apparenza, a pensarci imperfetti ma infiniti. Destinati a direzioni diverse, come dice l’autore, ma persi nello stesso sentire. Direi un’ottima lettura, da parte mia consigliatissima.

Elena

“Quante sorprese ci riserva la vita. Inaspettate o attese, terribili o magnifiche. È il segreto custodito dal tempo, la magia tramandata nei secoli che accomuna ogni essere vivente. Apparteniamo a un passato che ha generato il nostro presente e per tutti arriva il momento in cui il riflesso appare più nitido. È uno sguardo che arriva da lontano, è la benevolenza di un ricordo che riposa nell’anima.”

-Destinati a direzioni diverse- di Guido Mazzolini

LO TROVI QUI

Eccolo. “Destinati a direzioni diverse” è il titolo. In copertina una foto che rappresenta un incrocio di vite qualsiasi, un attraversamento pedonale di chissà quale angolo del mondo. Persone che camminano, vanno e inseguono la vita, i propri sogni, i desideri. L’ho trovata molto emblematica, indicativa di quello che è il filo rosso del mio libro. Infatti, pur trattandosi di 54 argomenti raggruppati in sei differenti capitoli, il testo segue un denominatore comune che ho cercato di mantenere in tutte le pagine. Come sempre è l’uomo a suscitare il mio interesse. L’uomo ripreso da diverse angolazioni, anche se le caratteristiche sono infinite, ma credo ci siano punti in comune che valga la pena descrivere. Ho parlato di uno solo con la certezza di parlare di molti, perché ogni risposta data apre la porta a nuove domande, e credo siano comuni a tutti noi. Scrivere è raggiungere un orizzonte e subito vederne spalancare un altro, in una rincorsa di ipotesi che toglie il fiato. Ma non ho cercato soluzioni o palliativi a basso prezzo. Ho voluto raccontarmi in un modo diverso dal solito, attraverso percorsi, azioni, sensazioni, meditazioni quotidiane che riflettono su tematiche fondamentali, nella certezza che tutti siamo accumunati dallo stesso destino, pur imboccando strade differenti. Destinati a direzioni diverse, ma persi nello stesso sentire.

Guido Mazzolini

ECCOLO!!!!! Emozionata più di te. Già ordinate due copie, una per me e una per Paola. Arrivano in un paio di giorni, che bello…Poi ti farò sapere, grazie Guido.

“Per cominciare, scrivere questo libro mi è sembrato un viaggio possibile tra le parole. 54 concetti, suggestioni brevi, termini per impostare un dialogo. Ho voluto incoraggiare il confronto, l’alterità, in poche parole il testo è un invito ad aprirsi al prossimo, rischiando anche delusioni o brutte sorprese, ma credo valga sempre la pena vincere la tentazione -tipica di questo tempo- di essere malfidenti, arroccati e trattenuti nell’aprire le braccia. A noi scegliere come vivere, in solitudine o in moltitudine, diffidenti o grati. Un termine dopo l’altro, una parola alla volta, mi sono accorto di quanto universo si possa racchiudere in una sensazione sola, in un affetto, nel respiro che accelera raccontando di me, e in fondo parlando di me parlo anche dell’uomo, di questa creatura meravigliosa e meravigliata, pronta ad afferrare le stelle, angelo e bestia, elevato ma sempre disposto ad involvere. A ognuno di noi un destino sempre incerto, nebuloso, mai chiaro e definito. Ma a pensarci meglio siamo tutti dentro la stessa storia che ci conduce al mistero, a una domanda che cerca risposta, al nostro essere creature create. Il resto è da leggere, e non chiedo di più. Vogliatemi bene, se vi va.”

Guido

Per ora dici ancora poco ma non importa: non vedo l’ora di leggere il tuo nuovo libro. Chissà cosa significa D.d.d. Dovrebbero essere le iniziali del titolo. Tutto oggi che ci sto pensando. Boh! Delicato dolore dietro? Naaa, troppo erotico. Divento dolce delicatamente? Troppo pasticceria. Dove desidero danzare? Uffa, non ne ho idea, e voi? Elena.