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Notturno terzo

Pubblicato: settembre 3, 2014 in poesia
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Società, buona intenzione di uomo
io lascio ogni cosa
nel migliore dei mondi possibili.
L’occhio dei poeti
non ha mai guardato lontano
solamente nel profondo di loro.
Può l’acqua bucare una roccia,
può il sole asciugare l’oceano?
L’uomo ebbe così bisogno di Dio
da immaginarlo nell’alto dei cieli.
Credo soltanto al mio mancare
rimando la mia scelta remota
una pagina bianca
una seconda opportunità.

(L’attimo e l’essenza – Arduino Sacco Editore)

Delusioni

Pubblicato: agosto 4, 2014 in frasi
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Nel mosaico delle nostre giornate incastriamo tessere diverse. Sono piccole soddisfazioni quotidiane, stemperate da delusioni di grandezza differente. La delusione ferisce, perché è un dolore che sorge sulle macerie di un desiderio irrealizzato o di una speranza ammazzata. La delusione è inganno allo stato puro, è l’amarezza di averci creduto, è la beffa degli eventi bastardi che avvelenano il cuore. La delusione offende e ti getta addosso una corazza di fatalismo nichilista che può servire a dare un po’ di sollievo, ma che alla lunga isola dal resto del mondo e della vita, quella stessa vita che potrebbe riservarti ancora tanta gioia. E altre delusioni.

La somma

Pubblicato: luglio 28, 2014 in frasi
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Lei rappresenta soltanto la somma di tutte le donne incontrate, possedute, sfiorate oppure vissute a prezzo di nulla. Qualcuna migliore, qualche altra peggiore, la moglie attenta, la madre apprensiva, l’amica simpatica, l’amante passionale, la santa e la mignotta, tutti brevi capitoli dello stesso libro.
Lei è l’ultima pagina di questa epopea della quale tu conosci perfettamente la trama e la fine, in un’addizione bizzarra di corpi sudati, di letti disfatti e vita, menzogne, ipotesi e scuse. Non è la tua casa, lei è solo la porta a te necessaria per cambiare dimora.
L’hai incontrata a una cena, amici in comune e scambio veloce di battute sagaci. Vi siete piaciuti subito, attratti dalla strana casualità dell’incontro e dalle reciproche differenze. Lei è una donna dolcissima e tenera, arrendevole al limite dell’insicurezza, ma chi è veramente? Moglie, madre, amante, figlia, compagna, bambina, angelo e sesso, un buco umido e accogliente, spelonca e anfratto dove rinchiudere tutti i tuoi desideri, nave, vascello di gemiti? Chi è? Cosa chiedeva muovendosi sopra te nell’istante preciso in cui aprendo gli occhi li gettò a tradimento nei tuoi?

(Il passo del gambero)

Parlo a te come una danza
a piedi nudi sui cocci acuminati della vita
sono il folle che si strema
per l’ombra di un sorriso luminoso
come fuoco meridiano acceso 
al grido di un tiranno sanguinario
l’urlo dal pulpito di un Savonarola cieco.
Parlo a te come una danza
come nuvola di pioggia scura
canna sbattuta dal vento
un ragno sulla tela o rondine caduta
agitando braccia e vele di pensieri 
come legno bianco 
in balia delle correnti.
Un urlo muto udrai
nelle malinconie cercate
nelle pietrose sere
quando la campana del ricordo
squillerà rintocchi di pensieri.

(L’Attimo e l’Essenza)

«Vorrei essere per te un soffio di vento, tramontana che respira da nord e scrolla le fronde degli alberi. Non la vedi, non ha braccia forti che stringono o mani che afferrano, ma può sradicare una quercia. Vorrei essere il sole che accarezza la pelle e dona la linfa alle foglie, la forza di un calore buono che irrora la terra e regala la vita. Vorrei essere per te ciò che ti aspetti dopo un giorno di pioggia.»

Un fantoccio grigio nelle proprie mani.

ci sono novità…

Pubblicato: giugno 20, 2014 in Uncategorized
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È un romanzo, una storia che ho catturato e dalla quale sono stato catturato. Un libro che mi ha sottratto tempo, energie. Un libro che mi ha regalato sogni e speranze.
Il nome di questo mio quinto figlio è “La ragione degli alberi”.

Finalmente. Hai ripreso in mano il timone. Hai ricominciato a viaggiare.

Leggo qui e mi corre un brivido per la schiena.

Non vedo l’ora di conoscere questo tuo quinto figlio. 

A presto, perciò.

 

 

Spesso…

Pubblicato: giugno 18, 2014 in Uncategorized
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Spesso...

Parla di me.

Pubblicato: Maggio 22, 2014 in Uncategorized
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Ritagli di storia, frammenti brevi di vita come pezzi di un puzzle sparpagliati sul pavimento. Spingevi un carrello vuoto in un centro commerciale pieno di luci e offerte speciali. Lei al tuo fianco afferrava la merce e la gettava dentro con noncuranza, frutta biologica, germogli di soia, biscotti integrali. Fissavi sconsolato il carrello con un po’ di malinconia.
«Due belle bistecche, dai.»
«Bravo, così il colesterolo sale. Non si mangiano cose vive, cose che hanno avuto gli occhi.»
Pensi che anche una mela o un fottutissimo germoglio a loro modo siano stati vivi prima di finire assassinati sul bancone del supermercato, ma non fa niente, lei è fatta così. Illogica e irrazionale. Divina.
«Ho scritto una poesia.»
Davanti ai surgelati ti carezza una guancia regalandoti il sorriso più bello del mondo.
«Bravo tesoro bello. Parla di me?»
«Sì. Anzi no. Non direttamente, almeno. Parla d’amore.»
Il sorriso si allarga e si spande, è un bicchiere di latte rovesciato sul tavolo. Ti scruta nel fondo degli occhi con uno sguardo che incide e comincia a scavare.
«Allora parla di me.»

(“Il passo del gambero” – mjm editore)

“…Ti guardasti incredulo ritornare giovane, adolescente, fanciullo, bambino, neonato, embrione, incontro fortuito di gameti e schizzo lattiginoso di vita. Osservasti una scintilla immortale migrare da un fuoco primordiale di luce bianchissima e prendere forma di uomo. Ammirasti la tua genesi condensarsi in un atomo di pace meraviglioso e divino, piovuto dall’eternità. Venisti creato in un solo istante che perdurò dentro ogni momento. La tua esistenza apparve così illuminata da una bellezza nuova, un dono scintillante, un miracolo di creazione che ti pervase e ti rinnovò in ogni attimo. Capisti che ogni secondo di vita rappresentava una nascita nuova, una luce nella notte lontana e vivida che continuava a generarti in ogni tempo e l’istante successivo giustificava e perdonava il precedente, concedendogli un’altra possibilità. Vedesti la tua immagine riflessa piangere di gioia grande, di lacrime calde e buone. Senza sapere il motivo.”