Potessi con dita leggere
seguire l’ellisse della tua schiena
contarne le vertebre
come grani di sale
sentirli uno ad uno sotto le dita,
potessi calmare la sete
al centro preciso di te
e vivere come mai abbiamo vissuto
come gli astri per sempre
o per un breve minuto.
Io sono l’uomo che cammina al tuo fianco
dipingendo le stelle
io farabutto e bagascia
io che ho rubato la luna
io rapitore, aedo del niente
sfioro leggero il tuo viso
mentre dentro me, dal profondo,
voglio serrare le mani alla gola.