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Affila la tua penna e scrivi.

Scrivi di eroi, di santi e puttane.

Scrivi di morte e fantasmi.

Afferra una parola e scagliala verso il cielo,

non tornerà indietro.

Scrivi, qualunque cosa sia.

equilibrio

Pubblicato: settembre 9, 2014 in frasi
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L’equilibrio è la fune instabile tra l’esserci e lo scomparire. È l’istante tra l’inspirare e il respirare. È il frammento di destino che collega due opposti. Così rassicurante e così noioso.

Sensazione

Pubblicato: settembre 6, 2014 in poesia
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Riposano
le mie solitudini
su tenui giacigli
di vento.

Respiro
l’immenso
del cielo.

 

(L’Attimo e l’Essenza – Arduino Sacco Editore)

Notturno terzo

Pubblicato: settembre 3, 2014 in poesia
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Società, buona intenzione di uomo
io lascio ogni cosa
nel migliore dei mondi possibili.
L’occhio dei poeti
non ha mai guardato lontano
solamente nel profondo di loro.
Può l’acqua bucare una roccia,
può il sole asciugare l’oceano?
L’uomo ebbe così bisogno di Dio
da immaginarlo nell’alto dei cieli.
Credo soltanto al mio mancare
rimando la mia scelta remota
una pagina bianca
una seconda opportunità.

(L’attimo e l’essenza – Arduino Sacco Editore)

Eravamo noi

Pubblicato: settembre 1, 2014 in frasi
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Eravamo noi, il resto del mondo solo un piccolo particolare inutile.

Gli sguardi

Pubblicato: settembre 1, 2014 in frasi
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Ci guardammo con occhi diversi.
Ci guardammo con gli occhi del mondo.

La bellezza della vita

Pubblicato: agosto 30, 2014 in frasi
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“…La bellezza della vita è la vita stessa. L’esistenza è il più bel regalo, un dono che abbiamo ricevuto senza meritarlo. È capitato, poteva succedere a un’altra persona e invece no. È successo a me e a te. Camminiamo con i piedi per terra e guardiamo oltre l’orizzonte, ma in attesa di cosa? Tutto ciò che serve è qui, dobbiamo soltanto allungare una mano. Esci più spesso e trova un uomo che sia in grado di ascoltarti e farti ridere. Lasciati amare, senza pensieri e a tutti i costi. Abbraccia la vita e la gioia, prendi a schiaffi la tristezza fino a quando smetterà di venirti a cercare. Danza e ridi sotto la pioggia, perché nessuno merita la malinconia. Divertiti, ma senza pensarci troppo. E incomincia a vivere davvero.”

Ondeggi su me come un ricordo antico, un pensiero da nutrire per l’eternità. Arrivi all’improvviso, mi culli come un feto e mi riscaldi. Tutto sembra possibile, anche sciogliere il ghiaccio che da secoli ha incrostato la mia anima ibernata in una sicurezza gelida, come chi resta immobile ma respira tranquillo e sicuro, dormiente in uno sterile letargo. Arrivi all’improvviso e all’improvviso te ne vai senza un apparente motivo, nemmeno una scusa, mi squarci il petto nudo, mi baci e mi strappi il cuore. Davvero questo rito primitivo, come primitivi possono essere i sentimenti e gli istinti, mi sconcerta e mi lascia attonito e stordito; davvero mi è sembrato possibile tutto questo, l’averti incontrato, sfiorato e condiviso, confidando in una pazienza che non hai, in quel sapere attendere e seguire i tempi sincopati del mio sentire, le aritmie della mia anima; così la ruota gira e noi come palle da bigliardo rimbalziamo seguendo traiettorie definite ma incomprensibili.
La musica si strofina come un gatto sulla mia pelle chiara, si sdruce nelle mie ossa, le sbriciola ad una ad una per poi ricomporle; ascolto Chopin, “Notturno in si bemolle minore” e non ho bisogno di altro che quel sapore dolce-amaro già racchiuso in un romanticismo non di maniera ma realmente sentito nel sangue e nella pelle. Mi scivola sopra, mi scuote e mi penetra un brivido quando il senso del vero si palesa come autentico e quasi dogmatico, il modo maggiore che esplode e si inalbera, si erge serico con echi modali nei rapidi arpeggi che sembrano gocce lasciate cadere per caso.
Profuma di amore e di alcove disfatte, di fumo e di fiori.
Rifletto su quanto doloroso possa essere il bisogno di un altro, la voce che urla incessante, la bestia che mi possiede, il demonio che strepita in me. Mi accorgo che la poesia è un po’ come la vita, una mosca catturata in un bicchiere capovolto, che ronza e sbatte contro il vetro senza fermarsi mai.

Dona

Pubblicato: agosto 22, 2014 in poesia
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Languidi cenni
baratri dolci desidero,
ancora amo il tuo esistere
ancora odio
impetuoso e cattivo
il tuo turbare placide acque
senza più vita.

Vattene da notti inquiete
da insani pensieri.
Siamo frutti di opposte stagioni,
immortali amanti
senza pace.

(L’Attimo e l’Essenza)

Diventerò pioggia
e laverò il tuo corpo
come acqua che precipita.
Sarò fiume che sgorga copioso
e inonda il tuo sesso di grandine.
Sarò piccolo fiore
che il tempo calpesta
o un petalo rosa
caduto
svilito per strada.