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La parola si impara con l’esperienza, la parola si impara parlando. Misteriosa chiave che spalanca i nostri occhi, suono da calare in un contesto, sillabe brevi che ricoprono la stessa voce. Ogni vocabolo nasce neutro e si chiarifica in base a ciò che attraversa. Ecco che la parola “terra” risuona tra le labbra di un geometra o di un marinaio, ma per ognuno veste un significato diverso, eppure si tratta dello stesso suono, della stessa terra. Siamo noi che definiamo il mondo attraverso la parola, perciò è importante esprimersi, tirare fuori il succo e condensare in un suono l’essenza di ogni cosa. Ogni parola porta con sé una serie di vocaboli, inanellati come un rosario. Cielo, angelo, aviatore, mongolfiera, aria, ali, falco, preda, cacciatore, fucile, morte. Quante associazioni, quante parole come musica raggruppata in desideri e memorie. Cominci da un vocabolo e in breve ti ritrovi lontano, smarrito in un viaggio senza ritorno, in un percorso di sorpresa, lessico e idee. Tutto diventa possibile esprimendolo, le vite oscillano come frutti al ramo quando troviamo una parola capace di abbracciare quella di un altro. Sincrone e meravigliose, parlano, suonano, diventano dialoghi e racconti che aspettano soltanto qualcuno che li narri, qualcuno che li ascolti.


Destinati a direzioni diverse di Guido Mazzolini

“Facile aiutare un libro, e pure chi l’ha scritto. Acquistarlo è il primo atto di fiducia e di cortesia. Inutile negarlo, mai dirò (parafrasando Guccini) ‘non comprate i miei libri e sputatemi addosso’. Troppo facile, e pure poco credibile. Al contrario, comprate i miei libri, se non altro per conoscere quello che ho scritto e chiudere un cerchio che altrimenti resterebbe aperto se dall’altra parte del libro non ci fosse qualcuno che ne sfoglia le pagine. Ma non basta. Aiutare un libro vuole dire anche parlarne, pubblicizzare l’uscita scrivendo il link relativo nelle proprie pagine social. Poche parole, un copia e incolla disinvolto, cortese, operazione gratuita e assolutamente gradita. Un libro ha bisogno del lettore, un testo è nulla senza chi lo legge. Vogliatemi bene, se vi va.”

Guido Mazzolini

Vogliategli bene, se vi va! A noi va, e a voi? Elena&Paola

È dentro te il calore della terra
la forza nuda del bisogno, il passo
del viandante, lo strepitio del pazzo.
È dentro te quel mare in movimento
e s’agita l’oceano, tempeste
di stagioni differenti che placano
la sete, quello stesso movimento
che sposa gli astri, l’identico ritmo
del respiro, il battere del cuore,
un passo sulla terra nuda. Suono
cavo d’ossa, fluido di pianto, siamo
sospesi come un sentimento, tra
cieli e terre differenti e ostili.

Guido Mazzolini

Buona domenica a tutti! Elena&Paola

Gli scherzi della vita arrivano improvvisi, alcuni sorprendenti, altri invece lasciano il segno e di questi ne faremmo volentieri a meno. Non dipende da noi, possiamo solo fare il possibile perché ogni cosa vada come vogliamo, ma l’incidente è sempre in agguato, il vizio e il difetto ci aspettano dietro angoli inaspettati dì esistenza.
Vivere non è soltanto accettare successi e fallimenti che arriveranno, vivere è anche generare un nuovo presente, un io rinnovato per racchiudere e completare il precedente. Siamo fatto di sogni e di carne, capaci di grandi passioni e meschine piccolezze. Capaci di un amore in grado di accogliere tutto, anche le scelte sbagliate, l’errore, le mancanze altrui e le nostre. Un amore capace di guardare oltre l’apparenza delle cose, con occhi puliti e cuore aperto.
Buon primo Aprile a tutti, allora, e che Dio ce la mandi buona.

Guido Mazzolini

Mi sbalordisce l’imponderabilità dei sentimenti. Arrivano correndo, all’improvviso ti trovi ricoperto di miele e in balia di una tempesta profumata di cannella. Pochi attimi e la magia scompare, lasciando un’impronta lieve sulla sabbia, presto cancellata dalla brezza della quotidianità. E tutto ci appare come un regalo caduto dal cielo e presto sottratto da chissà quale sfortuna. E spesso scaviamo tombe a quegli stessi sentimenti che prima ci tenevano in vita. Troppe volte dimentichiamo che gli affetti più duraturi sono quelli costruiti sulla pazienza, accettando di mostrarsi nudi e indifesi, forti della propria debolezza. Sono quelle le migliori stagioni, e durano tutta la vita.

Guido Mazzolini

Ti regalerei una stella,
ma una stella l’afferrano tutti
legandola a un filo di seta
e tutti allo stesso modo
potrebbero offrirti il diamante più bello,
o l’oro del cielo.
Io voglio regalarti una pagina bianca
e tu possa riempirla di sogni,
una scatola vuota
e tu possa riempirla di me.

Guido Mazzolini

E a tutti voi, da noi, buon sabato sera e tante pagine bianche da riempire di sogni colorati !!!!!!!! Elena&Paola

Non ne siamo consapevoli, lo so, ma in ogni istante sperimentiamo l’amore, in ogni respiro, in ogni battito di ciglia e di cuore. L’amore del cielo e della terra, l’amore che annoda e che snoda. Siamo il prologo di una storia, di un grido che ha scosso il buio, donandoci alla vita. L’alternativa all’esistenza è il nulla, perciò anche la vita più sfortunata vuole essere ammantata dalla sacralità che merita. Ecco perché ognuno su questa terra è dono, domanda, certezza, frutto di un atto d’amore e con lui ogni alba, ogni soffio di vento.  Nati per amore, plasmati, forgiati, esistiti per amore, eppure dell’amore ne abbiamo fatto un contratto, una speculazione misera, un affare. Amiamo, ma di un amore posticcio, piuttosto amiamo l’idea dell’amore, l’esperienza che ne segue e regala quel brivido lungo la schiena. Amiamo ciò che ci aggrada e ci fa stare bene, ma questo sentimento ballerino è transitorio, ondivago, perché ogni persona ha difetti e screzi, rughe e imperfezioni che prima o poi emergeranno, e ci accorgeremo che la giostra ha cambiato passo, e non è più così bello l’amore. Anzi, è diventato difficile, faticoso. Un impegno.
Ma amare non è un contratto, è un patto, è la promessa di esserci sempre e in ogni circostanza, anche quando diventa difficile, anche quando sembrerebbe più utile migrare verso orizzonti colorati dalle nostre aspettative e fantasie.
Rifletto sugli amori miei, oggi che è la festa degli innamorati, dei cioccolatini e delle rose rosse. Ripenso all’amore dei miei genitori, Anna e Giuseppe, al miracolo della loro pazienza, al rispetto nonostante tutto, al bene che li ha uniti per la vita. Che amore eroico e benedetto. Che amore bello, così diverso dai soliti amori rapaci, banali, mediocri artifici per compensare la solitudine. Anche per loro non è stato facile, ma hanno reso sacra la più sacra delle promesse e il più sacro dei sentimenti, quello che ci solleva dal fango per portarci a intuire le stelle. Buon San Valentino anche a loro, e anche a te. Se non ami per sempre, allora non hai amato mai.

Guido Mazzolini

…e noi ci aggiungiamo a questo testo sublime per augurare a tutti una giornata d’amore e passione! Elena&Paola

Certi amori li metti da parte. Sono inutili meteore che passano e lasciano un graffio in cielo, una scheggia nel dito che prude ogni tanto, nelle sere di malinconia quando è bello accarezzarsi le ferite per scoprire se ancora fanno male. E un po’ ti affezioni a quel lieve tormento, un poco ci giochi e ti senti romantico, ti scrolli di dosso gli affanni e ti godi un ricordo falsato, ingigantito sotto la lente del tempo.
Sono amorazzi da rapina, sentimenti come dadi gettati sul tavolo aspettando l’uscita migliore, storie a tempo determinato, nei momenti morti, per riempire una solitudine estiva, ma senza desiderare davvero un futuro.
Certi amori li metti da parte, ma gli stratagemmi del cuore non sono così raffinati e presto ti accorgi che non ne vale la pena, che tutto è stato un abbaglio, e in fondo tra mille avventure posticce è rimasto soltanto chi ti ha tenuto davvero.

Guido Mazzolini

La colpa è dei poeti,
di profumate nostalgie vendute a caro prezzo,
iperboli, zeugmi, chiasmi, anafore
e marchingegni raffinati per chiudere il pensiero,
sigillarlo dentro sillabe contate
numerando accenti e sentimenti
mai nello stesso posto, sempre altrove
additando mete irraggiungibili,
metriche ermetiche, addossati paradossi
e basterebbe non pensare
sillabare il mantra del respiro:
“Vita inenarrabile,
meravigliosa Vita.”

Guido Mazzolini

S’infila al centro della nuca, preciso, chirurgico, fora il cranio e lo svuota. Il rimpianto è ditutti e ognuno ha il proprio, risiede scomodo nella coscienza e nemmeno ti accorgi di lui fino a quando ne percepisci il bisbiglio. La voce del rimpianto canta una canzone malinconica, intona il madrigale del tempo perduto. Parlano i rimpianti, raccontano parole antiche. Se li ascolti spalancano cancelli, porte serrate su stanze riempite di buio. Emergono scheletri sepolti, fragore di oceani, rumore di ossa.
Rimpiangi emozioni, desideri negati, occasioni di gioia condannate all’oblio. Le mani non strette, le lacrime trattenute o sprecate. Le parole non dette che hai ingoiato per non essere inopportuno, invadente, per non mettere in pericolo una tranquillità fasulla.
Rimpiangi ciò che non hai rimpianto e stabilisci un credito al passato, qualcosa ancora da riscuotere. Rimpiangi le azioni e le omissioni, le parole di rabbia, i silenzi di resa. Rimpiangi ciò che saresti stato se non avessi fatto quello che hai fatto, se non fosse andata come è andata. Rivivi il passato e con lo sguardo di oggi faresti meglio, allontaneresti gli errori, agiresti puntando altri traguardi. Quante ipotesi e universi paralleli da visitare in sogno, immaginando i trionfi di un tempo trascorso. Rimpiangi ciò che meriterebbe l’oblio, preservando la memoria per non cambiare direzione. In questo modo costruisci altre versioni di come sarebbe andata la vita se non avessi agito come hai agito, se non fossi stato ciò che sei.
Non giocare con i rimpianti. Quando pensi di saperli gestire, ecco che il pensiero si desta, si avvolge e diviene spire di serpe. Non coltivare un presente tentennante, piuttosto impara dal passato, osserva gli errori, le parole sbagliate e le azioni affrettate. Non importa come doveva essere, non importa come sarà. Segui il corso del fiume e vivi il tuo adesso. Nulla è sprecato quando è occasione per apprendere, per conoscerti e vivere un presente consapevole, privo della paura di quello che avrebbe potuto essere e non è stato.

dal libro “Destinati a direzioni diverse“ di Guido Mazzolini