È bello sapersi accolti per ciò che si è, senza illusioni o sconti, senza pretese o attese. Compresi, con i propri difetti e le rughe. Prima di te nessuno mi aveva. Io, selvatico e schivo, arroccato sul tetto del nulla. Ma oggi ci sei, ma oggi sei tu che possiedi la parte più nascosta di me. Sei sveglia, seduta sul letto. In silenzio mi ascolti dormire, osservi il mio collo, i capelli, le orecchie e la schiena, il respiro che ondeggia. Ascolti il sussurro di un sogno, di un sollievo liberato che rotola. Chissà a cosa pensi, al rumore del mondo, ai rimorsi, o forse a qualcosa di molto più semplice, a una goccia che cade o a una foglia portata dal vento. Mi osservi e non sai che nel mio sonno è celato un segreto. Dormo e ti sogno, sono dietro di te che mi guardi e osservo il tuo gomito, il mento, il riflesso di luce che sfiora una tempia. Il resto di noi è soltanto un’ipotesi scarna, troppo spesso celata nella realtà. Ma io so che ogni nostro fuggire diventa un rincorrersi. Ogni nostra bruttezza, abbracciata, diventa incredibile e bella.

Guido Mazzolini

Non cercare di capire una poesia, il linguaggio dell’emozione non va tradotto, ma respirato e ingoiato. Scegli una poesia e portala con te, copriti con essa, indossala come un bel vestito. E cerca piuttosto di comprenderla, nel significato etimologico del verbo “comprendere”: prendere con.
Ecco, trova una poesia e prendila con te. Leggila e lasciati leggere, sussurrala al vento e spargi un seme di parole nella terra del tuo petto. Poi siediti e resta in attesa.

Guido Mazzolini

Com’è facile parlare d’amore, sentenziare d’amore, interloquire d’amore. Tutti ospiti di un talk show collettivo, capaci di massimizzare concetti ed elevarli al bisogno, inabili a dimostrare quelle stesse idee che, annaspando, teorizziamo.

Guido Mazzolini

La parola si impara con l’esperienza, la parola si impara parlando. Misteriosa chiave che spalanca i nostri occhi, suono da calare in un contesto, sillabe brevi che ricoprono la stessa voce. Ogni vocabolo nasce neutro e si chiarifica in base a ciò che attraversa. Ecco che la parola “terra” risuona tra le labbra di un geometra o di un marinaio, ma per ognuno veste un significato diverso, eppure si tratta dello stesso suono, della stessa terra. Siamo noi che definiamo il mondo attraverso la parola, perciò è importante esprimersi, tirare fuori il succo e condensare in un suono l’essenza di ogni cosa. Ogni parola porta con sé una serie di vocaboli, inanellati come un rosario. Cielo, angelo, aviatore, mongolfiera, aria, ali, falco, preda, cacciatore, fucile, morte. Quante associazioni, quante parole come musica raggruppata in desideri e memorie. Cominci da un vocabolo e in breve ti ritrovi lontano, smarrito in un viaggio senza ritorno, in un percorso di sorpresa, lessico e idee. Tutto diventa possibile esprimendolo, le vite oscillano come frutti al ramo quando troviamo una parola capace di abbracciare quella di un altro. Sincrone e meravigliose, parlano, suonano, diventano dialoghi e racconti che aspettano soltanto qualcuno che li narri, qualcuno che li ascolti.


Destinati a direzioni diverse di Guido Mazzolini

“Facile aiutare un libro, e pure chi l’ha scritto. Acquistarlo è il primo atto di fiducia e di cortesia. Inutile negarlo, mai dirò (parafrasando Guccini) ‘non comprate i miei libri e sputatemi addosso’. Troppo facile, e pure poco credibile. Al contrario, comprate i miei libri, se non altro per conoscere quello che ho scritto e chiudere un cerchio che altrimenti resterebbe aperto se dall’altra parte del libro non ci fosse qualcuno che ne sfoglia le pagine. Ma non basta. Aiutare un libro vuole dire anche parlarne, pubblicizzare l’uscita scrivendo il link relativo nelle proprie pagine social. Poche parole, un copia e incolla disinvolto, cortese, operazione gratuita e assolutamente gradita. Un libro ha bisogno del lettore, un testo è nulla senza chi lo legge. Vogliatemi bene, se vi va.”

Guido Mazzolini

Vogliategli bene, se vi va! A noi va, e a voi? Elena&Paola

È dentro te il calore della terra
la forza nuda del bisogno, il passo
del viandante, lo strepitio del pazzo.
È dentro te quel mare in movimento
e s’agita l’oceano, tempeste
di stagioni differenti che placano
la sete, quello stesso movimento
che sposa gli astri, l’identico ritmo
del respiro, il battere del cuore,
un passo sulla terra nuda. Suono
cavo d’ossa, fluido di pianto, siamo
sospesi come un sentimento, tra
cieli e terre differenti e ostili.

Guido Mazzolini

Buona domenica a tutti! Elena&Paola

Gli scherzi della vita arrivano improvvisi, alcuni sorprendenti, altri invece lasciano il segno e di questi ne faremmo volentieri a meno. Non dipende da noi, possiamo solo fare il possibile perché ogni cosa vada come vogliamo, ma l’incidente è sempre in agguato, il vizio e il difetto ci aspettano dietro angoli inaspettati dì esistenza.
Vivere non è soltanto accettare successi e fallimenti che arriveranno, vivere è anche generare un nuovo presente, un io rinnovato per racchiudere e completare il precedente. Siamo fatto di sogni e di carne, capaci di grandi passioni e meschine piccolezze. Capaci di un amore in grado di accogliere tutto, anche le scelte sbagliate, l’errore, le mancanze altrui e le nostre. Un amore capace di guardare oltre l’apparenza delle cose, con occhi puliti e cuore aperto.
Buon primo Aprile a tutti, allora, e che Dio ce la mandi buona.

Guido Mazzolini

Mi sbalordisce l’imponderabilità dei sentimenti. Arrivano correndo, all’improvviso ti trovi ricoperto di miele e in balia di una tempesta profumata di cannella. Pochi attimi e la magia scompare, lasciando un’impronta lieve sulla sabbia, presto cancellata dalla brezza della quotidianità. E tutto ci appare come un regalo caduto dal cielo e presto sottratto da chissà quale sfortuna. E spesso scaviamo tombe a quegli stessi sentimenti che prima ci tenevano in vita. Troppe volte dimentichiamo che gli affetti più duraturi sono quelli costruiti sulla pazienza, accettando di mostrarsi nudi e indifesi, forti della propria debolezza. Sono quelle le migliori stagioni, e durano tutta la vita.

Guido Mazzolini

Ti regalerei una stella,
ma una stella l’afferrano tutti
legandola a un filo di seta
e tutti allo stesso modo
potrebbero offrirti il diamante più bello,
o l’oro del cielo.
Io voglio regalarti una pagina bianca
e tu possa riempirla di sogni,
una scatola vuota
e tu possa riempirla di me.

Guido Mazzolini

E a tutti voi, da noi, buon sabato sera e tante pagine bianche da riempire di sogni colorati !!!!!!!! Elena&Paola


Scrivere poesie è voler comunicare un’emozione. Pura. Semplice. Senza fronzoli alcuni e senza eufemismi. Io credo nel “linguaggio dell’inesprimibile” teorizzato dai romantici, credo cioè che le parole siano in primo luogo suoni evocatori e poi in seguito divengano concetti e idee. Perciò il gesto poetico permette di palesare ciò che altrimenti sarebbe impossibile mostrare in altre forme di linguaggio.
Scrivere un romanzo o un racconto vuol dire condividere una storia cercando di suscitare emozioni. Tutto nasce dalla storia che l’autore reputa interessante, unica. La Storia.
La poesia è invece un’emozione proposta nel tentativo ingenuo di suscitare se stessa e vuole essere sensazione da condividere, poi, in un racconto. Non più la storia che genera emozione, ma l’emozione che genera una storia.
Ecco perché chi legge un romanzo si pone fiducioso nelle mani dell’autore, certo che la storia raccontata sarà portatrice di sensazioni uniche.
Io non cerco lettori che si fidino di me. Non avere fiducia in chi scrive poesie. Mai. Al contrario, sono io che metto fiducioso le mie parole nelle mani degli altri, negli occhi e nella testa di chi legge, certo di ricevere in cambio una condivisione velata.
La nascita di una poesia prevede un’intuizione iniziale, romanticamente definita ispirazione, un suono che diventa chiave per aprire una porta dell’anima e spalancare un cancello chiuso, una scintilla che diviene seme piantato in un terreno fertile. Dopo l’intuizione iniziale comincia il lavoro artigiano della scrittura e non è facile codificare un’emozione, calarla in un linguaggio comprensibile. Qual è il colore dell’allegria? Penso sia il giallo. E l’odore della noia? E che sapore ha il disinganno? Descrivilo senza calarlo in una storia, ma raccontando cosa vedi in quella stanza dopo che ne hai aperto la porta. Solo allora avrai scritto una poesia. Solo allora avrai compiuto un gesto poetico e rivoluzionario.

Guido Mazzolini